Un trend da RECORD per il TURISMO

I dati forniti sull’andamento turistico del Ternano mostrano una forte crescita di presenze -si parla di oltre il 30%- in questo territorio. Un trend positivo che riguarda soprattutto la Cascata delle Marmore, ma anche Carsulae, Piediluco e la stessa Terni. Si tratta finalmente di un’inversione di tendenza rispetto a quel turismo di passaggio, quel mordi e fuggi che ha sempre penalizzato questa parte dell’Umbria.
Terni e il suo circondario non sono mai stati luoghi di turismo di massa: a questo concetto si avvicina solo la Cascata delle Marmore che ha raggiunto nel 2022 circa 500.000 presenze. Ora finalmente il grande e variegato patrimonio di questo territorio da sempre presente è venuto alla luce e ha acquisito una nuova visibilità delle sue eccellenze archeologiche, naturalistiche, storico-artistiche, religiose, sportive, gastronomiche.
Questo successo turistico non è casuale. Certamente è frutto di scelte, di programmazione e di valorizzazione del territorio, sicuramente favorito dal carattere stesso di questa terra, dalla sua specificità e dalla straordinaria ricchezza di eccellenze e di opportunità.
Infatti più volte ho definito questo territorio un museo diffuso.
Il museo diffuso è un percorso tra arte, archeologia, natura, tradizioni, eventi, gastronomia. È un viaggio che non è solo scoperta di luoghi, ma di culture, di sapori, di tradizioni, di paesaggi: insomma dei beni culturali di un territorio.
Ritengo che proprio il nostro territorio sia il luogo ideale per vivere il viaggio e la vacanza in una maniera diversa, stimolante, completa, avvincente e al tempo stesso intima e confortevole. Qui è possibile ritrovare una dimensione del vivere che difficilmente è presente altrove. Questo perché, a parte la città di Terni -che comunque non è una metropoli- nel territorio vi è una diffusa presenza di borghi a bassa densità di popolazione. Soprattutto hanno una storia ed un’identità uniche: sono ricchi di monumenti, di opere d’arte, di tradizioni per lo più sconosciute.
È una terra autentica, dove la natura diventa arte e l’arte si ispira alla natura, dove ogni luogo è luogo di memorie, dove anche il paesaggio ha qualcosa di sacro, di spirituale. Una terra dove i paesi, i castelli con le loro merlature e le torri, le chiese con i loro campanili, i vicoli le scalinate e le piazzette dei borghi antichi, sono dettagli di un paesaggio secolare di un medioevo che continua a raccontare la sua storia al presente.
Il circondario di Terni abbraccia un territorio vasto, policentrico, variegato dove si alternano storie, eccellenze, bellezze: ecco i paesaggi incantevoli e unici dove la natura domina con la sua intatta e straordinaria forza come la Cascata delle Marmore, Piediluco, la catena degli Appennini, la Valnerina; ecco i borghi arroccati sui monti che conservano gelosamente assetto urbano, tradizioni, saperi dell’antica municipalità medievale come Collescipoli, Miranda, Cesi, Torre Orsina, Collestatte alto, Papigno, Piediluco. Un insieme di paesini che occhieggiano tra il verde, con le loro torri e le loro mura a ricordarci le antiche e orgogliose municipalità medievali di cui conservano gelosamente assetto urbano, tradizioni, saperi.
Ecco le superbe testimonianze delle civiltà del passato: Carsulae innanzi tutto, l’area archeologica più importante dell’Umbria, con i suoi splendidi monumenti che una rinnovata campagna di scavi sta rivelando ancora più ricca e più splendida. Ecco il sito di Sant’Erasmo con i possenti resti delle mura dell’arce -forse l’antica Clusiulum- o ai luoghi di culto di monte Torre Maggiore, templi risalenti al VI sec. aC. per secoli meta di pellegrinaggio dell’Umbria meridionale, o al superbo ponte di Augusto a Narni.
Poi la magia delle colline e dei monti: l’Appennino con le sue “catene adamantine” come le definì Ann Miller, con le sue infinite sfumature di verde e l’arditezza dei picchi rocciosi e i segreti ancestrali di numi tutelari.
Dalla corona di monti che circondano come un naturale anfiteatro Terni si aprono panorami mozzafiato: spostiamo lo sguardo infine su quella “valle incantata”, quel “vago giardino” dove sorge la città e riviviamo l’emozione e il canto dei viaggiatori del Gran Tour. Vediamo una città ampia, distesa tra i campi, con il Nera che serpeggia lento: una città espansa nella piana e riconosciamo il vecchio centro storico e le diramazioni dell’epoca post-industriale. Vediamo svettare campanili, torri e ciminiere in una strana commistione tra antico e moderno. Indoviniamo in quel mare di case, antichi palazzi nobiliari, spazi aperti e nuove strade e, all’interno di chiese ed edifici, testimonianze d’arte notevoli.
Questo grande patrimonio culturale da sempre presente nel territorio ha finalmente cominciato a conoscere una sua valorizzazione e una maggiore visibilità delle eccellenze, grazie a una più attenta politica di programmazione e promozione turistica. Ci auguriamo vivamente che questo trend positivo possa non solo continuare, ma accrescersi.

Loretta Santini

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