IL RIPRISTINO DELLA NATURA

Mentre infuriano guerre sanguinose e dagli esiti rischiosi, quanto incerti, per le popolazioni direttamente coinvolte e, potenzialmente, per l’intera umanità, si rischia di non vedere con la dovuta lucidità e consapevolezza dell’urgenza, l’altro “conflitto” di fondo; quello scatenato dall’Umanità contro sé stessa, con la messa in pericolo dei delicatissimi equilibri climatici che hanno reso possibile la vita sulla Terra.

Il 2023, secondo gli scienziati del clima, è stato un anno del tutto fuori norma e tale, con i suoi andamenti climatici, da mettere in crisi le stesse capacità di previsione della scienza.

Il grande interrogativo non è più, se ciò che temiamo può accadere, ma, se l’umanità avrà il tempo di rimediare ai disastri che ha già inflitto all’ecosistema e all’andamento di certi processi, come il riscaldamento ed innalzamento dei mari, lo scioglimento dei ghiacci perenni e del permafrost che libererà enormi quantità di metano, nove volte più dannoso per il clima, rispetto all’anidride carbonica, la CO2.

Un interrogativo reso più complesso ed amaro dal fatto che l’umanità ha le conoscenze scientifiche ed i mezzi tecnologici per invertire la rotta che ci porta al naufragio generale, ma, non riesce a far prevalere una volontà politica capace di attuare, in modo rapido e radicale, le misure necessarie. Si spara e ci si uccide proprio come si suonava l’orchestra e si danzava nei saloni del Titanic, prima dello scontro mortale con l’Iceberg avvolto nella nebbia.

All’olocausto atomico, sempre possibile ed ora incombente, oggi si aggiunge un probabile olocausto ecologico, non per colpa di qualche asteroide, ma per una mancanza di volontà politica e la prevalenza di suicidi interessi economici.

Le guerre ci dicono, aldilà delle motivazioni e delle ragioni e torti dei contendenti, che si continua a pensare come Stati o popoli. In competizione, mentre è tempo che si inizi a pensare e decidere come specie umana collaborante; non solo nella cultura come è avvenuto spesso, ma anche nella politica.

La vera crisi oggi sta proprio nella politica, nei suoi ritardi ed inconsapevolezze, nella sua sudditanza verso interessi speculativi e di potere.
Nell’ultima conferenza mondiale dei petrolieri, a Houston, nel Texas, uno dei capi ha affermato che la “transizione ecologica sta fallendo”: applausi da far venire giù la sala! Questo ci fa capire che la transizione non sarà una passeggiata, ma una lotta.
Qualche segno di speranza, per fortuna, ci viene, in queste settimane, proprio dal Parlamento Europeo che si avvia al rinnovo elettorale di giugno.

Dopo l’adozione del “Green new deal” (il Piano europeo per la transizione e de carbonizzazione), come riferimento strategico di tutte le politiche di settore, ora l’Assemblea di Strasburgo ha approvato la “Nature Restauration Law”, ovvero la legge per il ripristino della natura. Tale provvedimento prevede che, entro il 2050, almeno il 20 % dell’ambiente naturale, degradato dall’impatto delle attività umane, venga riportato alle condizioni precedenti lo sviluppo industriale degli ultimi 200 anni. Come si può comprendere si parla di un colossale investimento di ripristino della natura che può dare la svolta concreta alle scelte necessarie per la de carbonizzaizone e la lotta all’inquinamento. Si tratta ora di trovare la maggioranza anche in seno al Consiglio Europeo, dove un gruppo di governi, fra i quali Italia ed Ungheria, hanno, purtroppo, votato contro la nuova Legge per risanare la natura. Poi occorrerà trovare le risorse necessarie, nazionali ed europee.

Anche il nostro territorio potrà beneficiarne, se per tempo preparerà i progetti. Infatti ben otto siti della conca ternana, per un totale di 10.000 ettari, sono inclusi tra quelli selezionati dall’Unione Europea, sui quali intervenire prioritariamente con le azioni di ripristino. Si tratta di saper cogliere, sin da ora, una opportunità straordinaria di nuovo sviluppo che può attivare ingenti investimenti, stimolare le imprese a crescere ed innovare, creare nuove opportunità di lavoro professionalmente qualificato e socialmente utile.

Giacomo Porrazzini

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