La Pagina vive

Il magazine La Pagina nella sua ventennale attività, ha messo al centro dei suoi interessi la città di Terni e il territorio circostante, ma soprattutto la cultura, offrendo sempre un’informazione puntuale, attenta ai problemi dei cittadini, sincera e non di parte.

La cultura dicevamo.

La cultura di una città è la sua essenza, è la sua identità (anzi la sua pluridentità), è la sua storia, la sua memoria: essa si è formata nel tempo, si è stratificata, si è trasformata accogliendo istanze e caratteri diversi, ma tutti importanti e indispensabili a delinearne la fisionomia.

Questa cultura però va “coltivata”.

Ricordo che il termine “cultura” viene dal latino colere “coltivare”, lo stesso che, in campo agricolo, ha dato luogo al termine “coltura/coltivazione”.

La metafora non è paradossale: l’uomo che produce cultura o come diceva Cicerone “cultus animi”, è simile al contadino che deve coltivare il proprio orto (è ancora Cicerone a dire “cultus vitis”) e che per produrre buoni frutti deve piantare, innaffiare, potare, programmare, estirpare le erbacce. 

Chi amministra la città non fa un lavoro differente da quello del contadino: nella gestione e nella programmazione di tutti i servizi del territorio deve coltivare la “cultura”, produrre “cultura” per la propria città. 

E il magazine La Pagina questo ha sempre cercato di fare stimolando riflessioni, proponendo progetti, enucleando problemi, mettendosi al servizio dei cittadini.

Lo ha fatto attraverso i numerosi articoli che hanno sempre e comunque parlato della città, della sua identità, della bellezza, della sua storia.

Ne ha parlato con la consapevolezza di poter gettare un seme per farla crescere e farla divenire sempre più vivibile, con l’orgoglio di vivere in un territorio unico, perché ogni luogo è unico. Unico per l’insieme delle sue caratteristiche. Unico per il suo passato, per la sua storia, per i suoi uomini illustri, per i suoi monumenti, per l’insieme delle testimonianze architettoniche artistiche che raccontano il passato. Unico per quel museo diffuso che è un percorso alla scoperta di luoghi di arte, di archeologia, di tradizioni, di eventi, di sapori, di paesaggi: insomma dei beni culturali di un territorio. Unico per quel genius loci che è dato da quel complesso di elementi caratterizzanti e qualificanti che ne costituiscono il DNA, l’essenza, l’anima.

Non solo unico, ma anche orgoglioso del suo passato, così da vivere il presente con la progettualità dell’uomo faber che ha voglia di spendere tutte le energie possibili per costruire un futuro che renda il territorio vivibile, appetibile, bello, pulito, decoroso, vivace, colto, ecosostenibile.

Soprattutto intelligente perché la città intelligente è quella che, partendo dalla conoscenza delle sue risorse, delle eccellenze e delle potenzialità che possiede, trova e mette in atto le strategie per la risoluzione dei problemi affrontando e risolvendo le situazioni di degrado, prendendo coscienza delle sue eccellenze e delle sue unicità e valorizzando il patrimonio storico culturale esistente al fine di assicurare una migliore qualità della vita.

Per fare tutto ciò però non basta progettare e programmare che pure sono elementi fondamentali. Ci vuole qualcosa di altrettanto essenziale: bisogna imparare ad amare questo luogo in cui viviamo.

Il magazine La Pagina ideato dal compianto Giampiero Raspetti venti anni fa, ha avuto proprio questo grande obiettivo: conoscere il passato per progettare il futuro, fare cultura, parlare alle persone per quel bisogno condiviso di ritrovare il proprio cammino, di costruire una città vivibile e intelligente.

Lo ha fatto perché ha saputo mettere proprio al centro delle proprie attività quello che considero l’elemento fondamentale: unire alla conoscenza della propria città e del territorio l’amore per questo luogo unico.

Loretta Santini

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