DOMINA ET DOMINUS

DOMINA ET DOMINUS

Una nuova identità per la Terni del XXI secolo si dovrà e potrà costruire insieme alle comunità della Valnerina e di tutto quel territorio che l’imperatore Ottaviano Augusto (nel 7 dC) chiamò Umbria. Parliamo di uno straordinario e prezioso lembo di terra la cui bellezza è senza pari al mondo: la terra ad Est del Tevere che arriva fino a Pisaurum e Sena Gallica (oggi Pesaro e Senigallia). Attualmente, come avete letto, in particolare nei due numeri del magazine La Pagina Umbria recentemente pubblicati, 15 sindaci hanno aderito al progetto di realizzare manifestazioni che li veda sempre più uniti, come è proprio di un territorio policentrico.

Il concetto di policentrismo costituisce, dal punto di vista teorico, una sorta di opposizione all’interpretazione tradizionale della gerarchia urbana riferita semplicemente alle dimensioni e alla massa delle funzioni delle città. Sotto questa luce, il dibattito sul policentrismo urbano non si concentra unicamente sulla differente dimensione dei sistemi territoriali, ma sulla varietà e diversità delle funzioni, la loro distribuzione e le conseguenti relazioni di integrazione e interdipendenza tra i centri.

Questo nuovo modello culturale basato sul Policentrismo costituisce una delle politiche di sviluppo della Commissione europea nell’ambito dello Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE).
In dipendenza ed in funzione di quanto detto, già approvati da 15 sindaci, sono stati realizzati i primi due progetti: Madonna Valnerina e Insieme nella Sesta Regio (visite culturali). Quest’ultime, secondo tentativo, dopo Madonna Valnerina, di unire il territorio, consistono in sei visite guidate. Sono state promosse per far conoscere Narni ai ternani e Terni ai narnesi (e così via per i restanti Centri), ma anche e soprattutto perché si cominci a fare sì che i cittadini di ogni Centro conoscano il loro Centro stesso, il che, attualmente, avviene in maniera del tutto approssimativa, generica e sbrindellata.

Sono sinceramente dispiaciuto per l’assenza (dai 15) del Comune di Terni, città per la quale ho sempre profuso impegno per diffondere cultura e per seminare idee progettuali, senza mai chiedere un euro, specialmente alla partitica, pagando anzi spesso di tasca mia. Città verso la quale moltiplicherò la mia dedizione e le mie modeste conoscenze. Più che chiedere però una decina di volte di essere ricevuto, ottenendo sempre in cambio nessuna risposta, come se io fossi il più becero degli idiotes, i senza diritti civili cioè, non ho potuto proprio fare. Una sola volta ho avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con il vicesindaco ottenendo, in risposta, l’assoluto disinteresse per parlare di Terni capitale dei diritti umani e per ottenere, per l’amministrazione comunale, da quattro a sei pagine gratuite sul magazine La Pagina Umbria per esporre lavori e progetti del Comune di Terni.
Me ne sono fatto una ragione e continuo, imperterrito, a lavorare, senza di loro, per la mia città!


Il primo concorso che lanciamo è pensato in onore della donna, mea-nostra Madonna, una Madonna che ogni anno rappresenterà la terra del Nera. Nella terra sacra di Valentino, Benedetto e Francesco non dobbiamo insediare manifestazioni inadeguate come gare con motore inquinante, casinò per giochi d’azzardo, casinì per cocotte e puttanieri. Da evitare anche le Miss femmina, i cui attributi salienti sono, già dalla sua prima fase, quelli esteriori, la misura cioè di tette, fianchi, glutei ecc ecc.

Misure abbondantissime andavano bene per le Veneri del Paleolitico, per i primi simboli cioè indicanti la vita e l’inizio dell’idea di Dea Madre che porterà alle centinaia di Dee Madre, tutte rigorosamente illibate, che hanno creato i vari popoli dell’umanità, proprio al nascere della loro storia. Parlare oggi di misure anatomiche va bene, perché no, ma non coglie l’essenza della donna. Caratterizza piuttosto la femmina: quando si parla di donna si intende tutt’altra faccenda.

L’etimologia della parola donna si riallaccia senza dubbio al latino domĭna (femminile di dominus), signora, padrona.
Si noti che, mentre l’etimologia della parola uomo rimanda al latino humus (da cui i termini umanità e umile), al contrario, quella della parola donna esprime tutta l’importanza ed il potere che ebbe il matriarcato nelle antiche civiltà. La parola femmina, invece, tanto dalla radice sanscrita dha, allattare, quanto dalla radice sanscrita bhu, nutrire, rimanda allo stesso concetto di fecondità procreatrice.

Ad essere precisi e pignoli, questo vale per ogni femmina, per l’oca come per la gallina. Nella Valnerina, terra dell’humus e dell’umiltà, di Benedetto, Francesco, Valentino e di tante altre sacralità, ci sembra molto importante dare giusto rilievo e riferimento alla donna, al suo saper fare, al suo agire, a quei tanti elementi di vera superiorità che essa ha nei confronti dell’umile uomo. Vogliamo dunque fare continuo e annuale riferimento ad un viso di donna libero da cosmesi e da misure, temporali ed anatomiche, ma vincolato all’intelligenza e all’amore per la vita di chi, nascendo femmina, ha saputo diventare donna.

Unificare, per noi dell’Associazione Culturale La Pagina, per Fabrizio Pacifici e la sua Fondazione Aiutiamoli a Vivere, per Paola Pignocchi e la sua TernixTerni Donna, e per tutte le altre associazioni unite nella collaborazione, questo nostro meraviglioso lembo di terra, già chiamata sestaregio, significa, in primis, partire dal riconoscimento più alto e sentito che si possa assegnare alla nostra compagna di vita: cogliere nel viso di chi rappresenterà ogni anno la Valnerina, i suoi bagliori, i suoi silenzi, i suoi sapori, la sua musica, l’incanto delle acque.

Giampiero Raspetti