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LA PROTESI di ANCA nel PAZIENTE GIOVANE

L’intervento di sostituzione protesica dell’anca è molto diffuso, la sua tecnica è ben consolidata ed ha un tasso di successo elevato.

Andando a vedere nelle casistiche dei pazienti operati, emerge che i risultati insoddisfacenti aumentano se la protesi è impiantata in giovane età (<55-60 anni), se l’anca è displasica, se è affetta da patologie reumatiche, esiti di fratture e se la qualità dell’osso è scadente. La ridotta sopravvivenza di una protesi nei pazienti giovani è legata all’elevata sollecitazione meccanica (soggetti attivi) e, a volte, a patologie che alterano gravemente la qualità dell’osso e la morfologia ossea (artrite, displasia, morbo di Perthes). La ricerca ha fornito soluzioni alternative per quanto riguarda i materiali ed i disegni protesici che da qualche anno sono in utilizzo e che il tempo ci farà vedere se avranno una maggiore sopravvivenza rispetto alle protesi tradizionali.

Un tipo di impianto protesico per i pazienti giovani sono le protesi di rivestimento; in queste è conservato il collo e gran parte della testa femorale, che viene rivestita dalla protesi che è come un guscio metallico di grande dimensioni che scorre su una coppa in metallo. Questo materiale riduce gli attriti e la produzioni di particelle per usura. Codeste sono una delle cause di fallimento della protesi. L’impianto di questo tipo di protesi è possibile solo per quelle anche in cui l’anatomia sia ben conservata e la qualità dell’osso sia buona.

Il vantaggio delle protesi di rivestimento è che, al momento della revisione, può rivelarsi protesi da primo impianto e non molto invasiva. Non tutti i pazienti sono candidati a questo tipo di trattamento, infatti l’articolazione non deve essere deformata e l’osso deve essere di buona qualità. Un altro tipo di protesi indicato in soggetti giovani o in soggetti con osso di buona qualità è la protesi corta, in cui la componente femorale è più piccola rispetto alla protesi tradizionale. È possibile impiantarla conservando più osso femorale e permettendo, nella revisione, di impiantare una protesi di primo impianto.

Tali protesi sono fornite di teste di ampio raggio che riducono il rischio di lussazione e danno una sensazione di movimento più simile al fisiologico. Per quanto riguarda le protesi di primo impianto in soggetti giovani, possono essere impiantate le non cementate (press fit) standard e le modulari (permettono di personalizzare la protesi in quei pazienti con anatomia molto deformata).

Dott. Vincenzo Buompadre
Spec. Ortopedia e Traumatologia – Spec. Medicina dello Sport

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