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IL DIGITAL SERVICE ACT

NUOVE REGOLE NEL PANORAMA DIGITALE

Nell’era dell’informazione digitale, la necessità di operare ed accedere ad un ambiente online sicuro, trasparente e responsabile non è mai stata così impellente. Con l’obiettivo di rispondere a questa chiara esigenza, l’Unione Europea ha varato il Digital Service Act (DSA), ovvero la legge sui servizi digitali, un regolamento che mira a riscrivere le regole del gioco per chi opera online all’interno dei suoi confini geografici.

Questa nuova legislazione, che è parte di un più ampio pacchetto di misure per il mercato digitale, si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per le questioni di privacy, disinformazione, e abuso online.
Aggiorna la Direttiva sul commercio elettronico datata 2000, con l’obiettivo di creare un ambiente online più sicuro e protetto per gli utenti. Approvato il 5 luglio 2022, è entrato in vigore dal 17 febbraio 2024 e sarà pienamente operativo dal 1° maggio 2024 per fornitori di cloud e di hosting, motori di ricerca, e-commerce e servizi online. Non si applica a servizi di comunicazione interpersonale, come i servizi di posta elettronica e di messaggistica istantanea, servizi di pagamento e servizi di contenuti audiovisivi a richiesta.

Le disposizioni principali del Digital Service Act prevedono che chi operi online dovrà adottare misure più efficaci per rimuovere i contenuti illegali e proteggere gli utenti da materiale potenzialmente dannoso. Questo include la creazione di meccanismi chiari e facilmente accessibili per segnalare tali contenuti. Si dovrà divulgare il funzionamento di alcuni algoritmi, in particolare quelli che determinano la visibilità dei contenuti e dei prodotti al fine di combattere la disinformazione e garantire che gli utenti abbiano una maggiore comprensione dell’informazione che ricevono. Inoltre, le piattaforme “maggiori” dovranno sottoporsi ad audit indipendenti annuali e nominare un responsabile per dimostrare e garantire la conformità alle nuove regole. Infine, introduce misure specifiche per proteggere i minori online, compresa la proibizione di creare pubblicità basata sui loro dati personali. Il DSA distingue anche tra diversi tipi di utenti, a cui vengono applicati differenti livelli di protezione: utenti generici, sono tutti gli utenti che utilizzano un servizio intermedio; utenti professionali, sono gli utenti che utilizzano un servizio intermedio per scopi professionali, come la vendita di beni o servizi; minori, sono gli utenti di età inferiore ai 18 anni. In caso di violazione, le piattaforme online possono essere soggette a sanzioni fino al 6% del loro fatturato globale annuo.

In Italia nel 2022 sono state quasi 600.000 le persone tra i 16 e i 64 anni che hanno dichiarato di svolgere almeno un’ora di lavoro organizzata su portale web o app telefonica: un valore che corrisponde all’1,5% della popolazione appartenente alla medesima fascia anagrafica residente in Italia. Le attività svolte spaziano tra diversi ambiti: servizi di taxi o trasporto passeggeri, trasporto di merci e consegna di cibo, servizi di alloggio, vendita di beni online ma anche prestazioni come pulizia di ambienti, lavori elettrici o di idraulica, accudimento di bambini e persone anziane, servizi medici e sanitari, insegnamento e attività di tutoring, esecuzione di traduzioni, programmazione informatica, coding, web design o grafica, data entry o editing di testi, creazione di contenuti e controllo o supporto di contenuti online.

Il DSA è un atto legislativo complesso con implicazioni di vasta portata per l’ecosistema digitale europeo. Le sue disposizioni riflettono un cambiamento significativo nel modo in cui l’UE intende governare lo spazio digitale, sottolineando l’importanza della responsabilità sociale delle aziende tecnologiche nel XXI secolo.

Alessia Melasecche

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