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UOMO… CHI SEI?

L’odio e la distruzione

Che cosa può giustificare, non un conflitto che si ripropone saltuariamente, non intolleranze ideologiche che affondano le radici in un lontano passato, ma un odio così profondo da sentenziare l’annientamento di un popolo, la distruzione di una etnia, da provocare fiumi di sangue e un esodo di massa, una corsa angosciante per allontanarsi dal mostro che tutto distrugge.

Il ritorno alla casa perduta

Ma il tempo passa ed è l’ora del ritorno. Di nuovo in cammino, ma questa volta, passi carichi di energia per arrivare velocemente nella terra che è loro madre, nella casa che è loro nido.
È una corsa per abbracciare le pietre che hanno ancora i colori della loro dimora, piastrelle decorate che ricordano una cucina, un quadro, una foto imbiancata dalla polvere. Una dimora che ha disperso gli odori, ma conservato i ricordi. E con il pianto si benedice il ritorno, con il sorriso si purifica l’aria.

Le parole del potere

13 ottobre 2025: “La guerra è finita ora è tempo di ricostruzione” così è stato detto da chi detiene il potere di scatenare o di interrompere una guerra.
“La guerra non mi interessa più”, così è stata riportata dai media una frase detta da colui che, dopo aver tutto distrutto, sembra essersi stancato del “giocattolo” e vuole buttarlo.
“Carneide, chi è costui?” direbbe Don Abbondio.

La domanda eterna

Ed è qui che si pone la domanda che ha attraversato millenni di storia umana e che continua ad interrogarci: “Uomo, chi sei?”
Per poter stroncare le vite altrui, imprigionare corpi umani ignorando la loro sofferenza?

L’enigma dell’uomo secondo Carrel

Fiumi di parole: l’uomo è stato girato e rigirato, sottoposto ad autentiche “autopsie” per scannerizzarne la mente, per penetrarne lo spirito, ma è ancora e sempre uno sconosciuto.
Un’entità impenetrabile che emoziona per la sua grandiosità ed angoscia per la sua crudeltà.

Alexis Carrel, medico e scienziato, premio Nobel 1912, in “L’uomo, questo sconosciuto” lo considera “un tutto indivisibile estremamente complicato”.
Il suo è un elogio alla scienza che ha cambiato la nostra vita, l’ha stravolta, ma non l’ha creata.
Questo uomo, così magnificamente assemblato, rimane ancora incomprensibile sia nella sua dimensione fisica che in quella psichica e spirituale.

Progresso e decadenza

La società contemporanea si è evoluta grazie a scoperte scientifiche, a suggestioni ideologiche, a un meccanismo economico che costringe l’uomo a consumare perché le macchine che ha creato e di cui è schiavo, possano continuare a produrre.
È progresso, è benessere, ma è anche la disfatta dell’essere umano, è la costruzione di un mondo artificiale con conseguenze distruttive sulla salute fisica e psichica.

L’aggressività latente

Rimane nell’uomo, sempre latente, l’aggressività come istinto innato, impresso nella mappa genetica, indispensabile per la sopravvivenza: è una pulsione insopprimibile per la difesa della specie.
Saranno stati tempi duri, quelli ai primordi della vita… ma anche tutti gli altri a venire.

Dalla clava al pulsante

Sono cambiati i mezzi di offesa e di difesa: armi impugnate per scontri corpo a corpo — clava, mazza, ascia, pugnale — poi arco e freccia, giavellotto, lancia e… armi da fuoco.
Con l’evoluzione della specie non si cercarono tranquilli modi di convivenza. Si raffinarono le modalità e la morte arrivò pigiando semplicemente un pulsante: secoli di civiltà scomparvero dentro una nube gigantesca.

La lezione ignorata della storia

La storia ci ricorda, ma non serve.
La guerra è innescata da ragioni economiche, religiose, territoriali così potenti da far riemergere ed esplodere l’istinto aggressivo.
Fa leva sull’incapacità dell’uomo di avere un suo pensiero consapevole, non inquinato da propaganda ideologica.

Leader crudeli, non forti

È così che si scatenano uomini contro uomini: al seguito di leader non forti, ma soltanto crudeli.
La domanda: “Uomo, chi sei?” non avrà mai una risposta.
Rimarrà nell’Olimpo dell’inconoscibile, protetta dal mistero della creazione che tanto ci concede, tutto ci fa vivere, niente ci svela.

Sandra Raspetti

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