
Federico Hohenstaufen I di Svevia, detto il Barbarossa, fu il monarca del Sacro Romano Impero più significativo del secolo XII: eletto Re dei Romani, ovvero di Germania, nel 1152, il suo lungo governo durò fino al 1190, anno della sua morte, e fu caratterizzato sia dal parziale successo nel controllo del frammentato sistema feudale teutonico, sia dall’insuccesso nella decennale lotta contro le autonomie comunali italiane, che vide alcuni episodi di interesse svolgersi nell’area ternana e dell’Umbria meridionale.
Presenza a Terni nel 1155 e il sacco di Spoleto
All’indomani della propria incoronazione imperiale a Roma nel giugno del 1155, seguita dalla violenta repressione della rivolta dei cittadini dell’Urbe contro la presenza militare tedesca, Federico I nel luglio di quello stesso anno collocò brevemente la propria base operativa nella conca ternana, presso le rive del Nera; fu da tale luogo che inviò propri rappresentati presso i vicini castelli e comuni al fine della riscossione del fodro, tributo tradizionalmente dovuto all’Imperatore. In tale circostanza, il rifiuto opposto da Spoleto al comando del sovrano costò a quella città il saccheggio ad opera delle truppe germaniche, che facilmente prevalsero sulla pur coraggiosa offensiva mossa dagli spoletini.
Le sanzioni imperiali contro Terni nel 1173
Quasi venti anni più tardi, nel 1173, ancora nel contesto dello scontro del Barbarossa con le libere municipalità della penisola, Cristiano di Buch, Arcivescovo di Magonza e Cancelliere di Germania, nonché legato in Italia, sanzionò Terni per il conio di monete non conformi alle direttive imperiali; l’anno successivo, inoltre, lo stesso prelato, tolto il duro e prolungato assedio imposto ad Ancona, mosse di nuovo nel territorio umbro, invariabilmente animato da fini repressivi, e, alla testa di truppe tedesche, devastò la città di San Valentino.
Corrado di Urslingen e la consacrazione del Comune
Al crepuscolo del proprio regno, nel 1177, Federico I investì il nobile teutonico filo-svevo Corrado di Urslingen del Ducato di Spoleto e del titolo comitale di Assisi (fu durante il dominio di questi che avvenne la nascita di San Francesco). Terni, ricompresa nel territorio ducale, dunque sottoposta alla giurisdizione di tale feudatario, seppe dimostrare in quegli anni un forte spirito di autonomia e un’irresistibile vocazione all’autogoverno, attestati dallo stesso Corrado nel 1187 in un atto solenne, la cui trascrizione fu incisa su una pietra collocata nelle prossimità dell’Arengo, ovvero la piazza innanzi la Cattedrale ove era solito riunirsi il popolo per esigenze deliberative, da cui prende il nome l’attuale Via dell’Arringo. Invero, con tale atto il Duca rinunciò a gran parte della propria potestà di imposizione fiscale sulla città, riconoscendo formalmente l’autorità dei consoli e la legittimità del Comune, che trovò così la propria consacrazione quale primaria istituzione della città.
Francesco Neri

















































