
La scoperta del mondo micologico ternano
Ho scoperto recentemente, in prima persona, una realtà culturale attiva e preparata nel campo della micologia a Terni. Lo scorso anno mi sono iscritta ad un corso per aspiranti micologi, che si teneva in un centro sociale nei pressi della Chiesa dell’Immacolata Concezione, zona Polymer. Avevo un certo imbarazzo data la mia non giovane età ma il presidente Giorgio Materozzi mi incoraggiò dicendo che alcuni degli organizzatori non erano tanto lontani dal mio anno di nascita.
Così ho cominciato a frequentare il corso, formato in realtà da persone di tutte le età, con una passione comune, la conoscenza dei funghi.
Le origini di una passione
Mia madre, montefrancana, mi aveva educato all’amore per la natura, conoscevo i nomi degli alberi, gli uccellini che li abitavano, le erbe selvatiche, gli asparagi e infine i funghi.
Sono andata più volte con lei a raccoglierli, nei colli del territorio ternano. Le “rosciole”, i peperoni, gli ovuli rarissimi ma soprattutto i “sanguinelli”. Incredibilmente i porcini non facevano parte delle nostre raccolte. Non si trovavano nelle zone dove andavamo. Non l’ho mai capito. So solo che i porcini li ho scoperti in età adulta. Per me i sanguinelli, con l’aglietto sul gambo, fatti cuocere al camino, erano meglio della carne.
L’esperienza del corso
La mia antica passione per i funghi mi ha quindi portato al corso. Mi sono resa conto subito che non avevo la benché minima nomenclatura del fungo. Conoscevo solo due parole: cappello e gambo. Lì in quella stanza, piena di appassionati, ho scoperto un mondo che non conoscevo: la cuticola, il micelio, l’imbunitura, lamelle decorrenti, l’imenoforo, le misteriose (per me) spore.
Ho capito l’importanza dell’osservazione dell’ambiente circostante il fungo, gli alberi vicini, l’altitudine. Tutto circostanziato, tutto studiato nei minimi particolari. Il micologo diventa così un attento osservatore della natura, un appassionato ma anche uno studioso.
Il ruolo di Giorgio Materozzi e il Gruppo Micologico ternano
In quell’ambiente così eterogeneo ho conosciuto un personaggio carismatico, capace di coagulare intorno a sé un gruppo motivato e preparato. Si tratta di Giorgio Materozzi, micologo e presidente del Gruppo Micologico ternano. Non è attivo solo sul nostro territorio ma viene chiamato in tutta l’Umbria, e anche fuori regione, ad organizzare corsi o semplicemente a parlare di funghi.
Proprio in questo mese a Villa Umbra a Perugia si è tenuto il 15° corso per micologi e il nostro Giorgio era direttamente coinvolto con lezioni, escursioni pratiche e presentazione di funghi freschi, appena raccolti. Beh! Una bella soddisfazione per un ternano andare a Perugia come esperto micologo.
Un’eredità di studio e passione
Durante il corso ci è stato regalato un libro, “Funghi e tartufi dell’Umbria”, una specie di abecedario micologico che amplia e aggiorna il primo libro “Funghi dell’Umbria”, edito nel 1997, sempre a cura del Gruppo Micologico.
Allora l’animatore principale si chiamava Aldobrando De Angelis, micologo e fotografo professionista ma anche fondatore del Gruppo Micologico ternano. “Un maestro Aldobrando, il maestro di tutti noi!” mi disse Giorgio Materozzi. Egli aveva dedicato quasi tutta la sua vita allo studio dei funghi: li aveva osservati, catalogati, raccolti, fatto mostre, disegnati.
Era fratello del più famoso Pompeo, durante l’ultima guerra i due si erano trasferiti a Montefalco insieme alla madre e al padre. Sono convinta che quei colli che circondano la bella cittadina umbra gli avevano instillato l’amore per la natura e per i funghi. Erano tempi di povertà e andare a cercare funghi era un modo per sfamarsi.
Entrambi i fratelli, poi, figli di Ulderico, pittore raffinato degli anni ’30 e ’40, avevano la passione per il disegno e la pittura. Numerosi sono i disegni di Aldobrando inseriti nelle due edizioni del 2013 e del 1997. Alcune cartoline, a corredo del testo regalatoci, mostrano proprio alcuni disegni firmati da Aldobrando: un ulteriore omaggio a lui da parte del Gruppo Micologico ternano.
Una comunità viva e appassionata
Vorrei concludere con questa notazione. I corsi che regolarmente vengono organizzati dal gruppo non sono fini a se stessi. I contatti continuano anche a corso finito. È stata creata una chat di gruppo e quello che ho letto in questo periodo mi ha spinto a scrivere questo articolo.
Vi è di tutto. I corsisti, per la maggior parte, sono andati a funghi, li hanno fotografati, descritti in ogni sua caratteristica, hanno chiesto chiarimenti ai vari micologi, si sono addentrati nella tipologia del fungo. Sono stati corretti ma molto spesso sono stati complimentati per la loro precisione.
Uno scambio proficuo che a me, insegnante in pensione, mi ha profondamente colpito.
Piccoli micologi crescono a Terni…
Anna Maria Bartolucci
