
La discussione in corso, da tempo, sul nuovo Ospedale di Terni, prima su fantasiose forme di finanziamento privato, assai gravose per l’Azienda ospedaliera del S. Maria e responsabilmente accantonate, ora, sulla localizzazione, si è incardinata su un dilemma: ristrutturazione ed ampliamento del complesso edilizio attuale, a Colle Obito, oppure, costruzione nuova, in terreni liberi lungo la strada Marattana.
La domanda fondamentale: che ospedale vogliamo?
Tuttavia, tale discussione, non ha, sinora, affrontato il cuore del problema: Quale ospedale vogliamo per la comunità ternana e il più vasto territorio, sovracomunale, che potrà continuare ad usufruire delle sue prestazioni di alto livello, proprie di un nosocomio classificato da anni, DEA II?
Detto in modo semplice, si vuole un nuovo ospedale o un “ospedale nuovo”, proiettato, per la sua qualità innovativa, nei prossimi decenni del secolo attuale?
Dalla risposta a questa domanda, basilare, potranno essere sciolti i nodi della migliore localizzazione, ovviamente, nel quadro di risorse finanziarie pubbliche reperibili e di vincoli temporali accettabili.
Le origini del dibattito sugli ospedali di nuova generazione
Di Ospedale di nuova concezione, si è cominciato a parlare, in Italia, 20 anni fa; tanto che il Ministro della sanità di allora, il famoso e competente Prof. Umberto Veronesi, istituì un’apposita Commissione per elaborare delle linee guida per la progettazione e realizzazione degli ospedali italiani di nuova generazione.
Una delle tante crisi di governo che si sono susseguite, nel nostro paese, travolse l’iniziativa e il lavoro fatto andò, sostanzialmente, perduto.
Le nuove linee guida internazionali
Ora, il tema di un Ospedale di nuova concezione è tornato di grande attualità, a livello internazionale, anche a seguito delle criticità assistenziali emerse sotto l’urto della pandemia del Covid.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha promosso l’iniziativa di definire delle linee guida aggiornate da proporre a tutti i paesi che ne fanno parte.
L’Unione Europea ha raccolto questo invito ad elaborare nuovi schemi organizzativi e perciò, anche, strutturali, affidando un incarico, così rilevante, al Politecnico di Milano.
I principi del nuovo ospedale secondo l’UE
Tali linee guida vengono offerte, quale nuovo riferimento, ai Ministeri competenti, alle Aziende ospedaliere, alle Regioni ed Enti locali, alle imprese specializzate nel settore, per fare in modo che la rete ospedaliera europea ed italiana rispondano a standard più qualificati ed omogenei, nei 27 paesi dell’U.E. e nelle stesse regioni del nostro paese.
“Umanizzazione, innovazione digitale e Intelligenza artificiale, relazione sinergica con i presidi della medicina territoriale, adeguamento alle modificazioni socio demografiche della popolazione, a partire dall’invecchiamento, sostenibilità ecologica ed energetica, vivibilità degli ambienti, sia per i pazienti che per il personale sanitario, contrasto alle infezione ospedaliere, flessibilità e modularità conseguenti”, sono gli obiettivi principali di tali linee guida, già utilizzate per quattro ospedali italiani, sia per ristrutturazioni dell’esistente, sia per nuove costruzioni.
Il ruolo della Regione Umbria
È noto che l’Azienda ospedaliera ternana, su mandato della Regione, ha conferito, ad uno studio professionale, l’incarico di elaborazione diverse soluzioni, a livello di studi di fattibilità.
L’auspicio è che tale lavoro possa svolgersi nel binario tracciato dalle linee guida europee per i nuovi ospedali; o in fase di progettazione o nella fase decisiva della scelta fra opzioni diverse, sulla base dei vantaggi e criticità distintive delle diverse soluzioni di fattibilità.
Un percorso da concludere senza divisioni
Solo al termine di questo lavoro, che si spera sia sufficientemente breve quanto approfondito, potrà essere sciolto il nodo localizzazione, insieme a quello dei tempi e delle risorse necessarie, unitamente al raccordo funzionale con il costruendo ospedale di base di Narni-Amelia.
Dar vita a tifoseria sul vecchio o nuovo sito, prima della conclusione dell’iter trasparente che la Regione Umbria ha avviato, appare un inutile esercizio di divisione della nostra comunità su un obiettivo che, per la sua importanza strategica, nel tracciare la visione della Terni del futuro, dovrebbe vedere il massimo dei confronti argomentati e delle responsabili convergenze.
Giacomo Porrazzini

















































