Michele Giorgini e la ricerca storica

Addio a Michele Giorgini, architetto e studioso di Terni

Durante la calura estiva, a metà agosto, ci ha lasciato Michele Giorgini, architetto e studioso della nostra città. Michele era una persona seria, sensibile, riservata, intelligente. Di origine friulana, ne conservava intatti i caratteri di quella gente schiva ma attiva e dinamica.

Un legame profondo con la città e la cultura ternana

Si era integrato benissimo a Terni, era entrato a far parte di una famiglia importante della nostra città, la famiglia Giani, avendone sposato la figlia Silvia, anche lei architetto.
In quella famiglia aveva trovato il clima giusto per i suoi interessi culturali, tra la scoppiettante intelligenza del suocero Sandro Giani e la immensa umanità di Gisa, materna e saggia, oltre ad essere la migliore storica ternana.
La ricca biblioteca di Gisa, soprattutto legata alla storiografia locale, diventava per lui una continua scoperta che apriva sempre nuovi squarci del sapere a livello interdisciplinare.

Un ponte tra architettura e storia

L’architettura si coniugava alla storia, a questa particolare storia di Terni che aveva alle spalle un Ottocento pieno di avvenimenti, ancora prima di quel 1884, anno di inizio della grande industrializzazione.
Aveva cominciato a capire che Terni non era un semplice borgo agricolo come molti storici l’hanno descritta, ma aveva caratteristiche diverse, più complesse e variegate, se aveva voluto un Teatro importante nel centro cittadino, chiamando a ciò un architetto di prestigio, Luigi Poletti, di cultura neoclassica, che realizzò proprio a Terni il più bello dei suoi tre Teatri ideati e realizzati.
Le sue ricerche su Luigi Poletti sono ritenute fondamentali.

Ricerche, trasformazioni e nuove scoperte

Michele Giorgini voleva capire la città, le sue continue trasformazioni, soprattutto architettoniche ma anche sociali e culturali.
E poi il Novecento, con il suo ingombrante carico di novità.
Arriva in città un altro architetto, chiamato da Alterocca, Luigi Bazzani, che ha di fatto dato un’impronta nuova, a volte monumentale, a questa nostra città che perdeva pezzi importanti lungo il percorso dei vari Piani Regolatori.

Archeologia industriale e memoria urbana

La ricerca su Bazzani fu lunga e articolata e confluì in una mostra all’interno dell’Archivio di Stato.
Gli interessi di Michele Giorgini si allargano anche all’Archeologia industriale: studia gli edifici ex SIRI, quelli di Collestatte e Papigno.
Essi sono i luoghi del lavoro ma anche della socialità e della quotidianità.
Luoghi della memoria collettiva che si interseca con quella centrica della città.
Andrebbero letti e raccolti insieme tutti gli articoli che scriveva su “Ingenium”, la rivista degli ingegneri e degli architetti ternani.

Il ricordo personale di un uomo di cultura

Se ne è andato un grande uomo di cultura, una persona perbene, che ha amato profondamente Terni.
Io lo conoscevo da sempre, o almeno così mi sembrava.
Una figura abituale che trovavo sempre in Archivio, entrambi intenti a leggere documenti necessari per le nostre ricerche.
In quel luogo mi aveva accennato al suo lavoro su Bazzani, alla passione che lo muoveva.

Collaborazioni, progetti e amicizia

Un rapporto di sincera amicizia protrattosi nel tempo e che in un paio di occasioni ebbe la possibilità di mostrarsi pienamente.
Volle inserire due foto, tratte da un mio libro su Meschini, all’interno di una mostra tenutasi a Narni, in occasione del Centenario della Prima Guerra Mondiale, foto poi inserite anche nel catalogo della mostra da lui curato.
In un’altra occasione fui io a chiedergli di analizzare un carteggio interessante tra l’avv. Macchietti di Terni e l’architetto di corte lucchese, Lorenzo Nottolini.

La conferenza in sua memoria

Il carteggio venne inviato a Lucca, dove risiedeva Ugo Giani (scomparso proprio in questi giorni) e non si riuscì a trovare qualcuno veramente interessato.
Michele fu gentilissimo anche in questa occasione, venendo più volte a spiegarmi le difficoltà trovate a Lucca.
Il 12 Ottobre, all’Archivio di Stato, è stata organizzata una conferenza dal titolo “Da Cesare Bazzani a Gaetano Coppoli, l’eredità di studioso di Michele Giorgini”.

Un’eredità culturale viva e condivisa

Di fronte ad un uditorio gremitissimo, si sono ripercorse tutte le tappe della sua lunga attività di studioso e ricercatore.
Gli interventi sono stati tutti interessanti, gettando ognuno una luce diversa sull’operato di Michele, da Michele Benucci a Marco Corradi a Paolo Coppoli, oltre ai due archivisti Sini e Coronelli.
È stato presentato il fondo Gaetano Coppoli, dalla viva voce dell’erede, con il ruolo attivo di Michele in tutta l’operazione. L’ultima sua fatica.

Una passione che continua a ispirare

Capiva l’importanza di quei documenti che rappresentavano un pezzo di storia cittadina di circa 20 anni.
Abbiamo visto una foto dell’Ospedale di Terni di Largo Manni che nessuno conosceva, così come il progetto mai realizzato di una Piazza del Popolo che sembra una piazza del silenzio di De Chirico, che prevedeva l’abbattimento di San Giovannino.
Progetto fortunatamente mai andato in porto.
Gli archivisti hanno spiegato l’importanza degli archivi di famiglia e le ultime aggiudicazioni importanti.

Anna Maria Bartolucci