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IL TEMPO E LA SAGGEZZA

“Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci sarà più” — F. Dostoevskij

La lezione di Seneca sulla vita e sulla felicità

Leggere Lucio Anneo Seneca è importante per interrogarsi su temi esistenziali, quali il tempo e la saggezza. Già nel III secolo a.C. Zenone di Cizio, il fondatore dello Stoicismo, sosteneva che il fine supremo della condotta umana è l’apatia, ovvero lo stato in cui l’uomo vive in modo conforme alla ragione e non si lascia turbare dalle passioni, dagli affetti irragionevoli, dalle ricchezze esteriori, dai beni materiali, ma diviene uno spirito sereno, imperturbabile.

Carpe diem: vivere il presente con consapevolezza

Dunque, per essere felici occorre liberarsi dalle catene di ciò che ci rende schiavi. Anche lo stoico, come l’epicureo, può dire carpe diem; nessuno di loro si pente del passato, non si preoccupa dell’avvenire, ma vive nel presente. La vita è davvero breve? Seneca parte da questa domanda e ci dà la risposta: la vita non è breve, siamo noi che la sprechiamo per cose inutili. La vita, se la sai usare, è lunga.

Occupati e saggi: due modi opposti di vivere il tempo

L’umanità si divide in due categorie: gli occupati che passano il tempo nel negotium, in attività futili, e i saggi che vivono nell’otium, nella contemplazione. Il fine dell’esistenza è capire qual è la via giusta da seguire e il sapiente sa valutare ciò che è giusto e ciò che non è giusto.

Controllare i pensieri per conquistare la serenità

Seneca parla dell’importanza di un animo non turbato, che sa controllare ciò che pensa, che è attraversato dal turbamento, ma lo sa controllare. Nelle Lettere morali a Lucilio fa sentire il discepolo meno solo, perché entrambi percorrono la via della sapienza. Si parte da fatti della vita quotidiana, per arrivare ad un tema morale.

I consigli di Seneca a Lucilio

Il primo consiglio che Seneca dà a Lucilio è di frequentare persone che stanno camminando sulla via della saggezza, perciò le relazioni vanno selezionate. Il secondo consiglio è di evitare di sprecare il tempo, di non andare dietro alle questioni del mondo, ma di correre dietro alle proprie aspirazioni. Usare bene il tempo consente anche di superare la paura della morte.

“È privilegio di una mente serena e tranquilla spaziare in ogni parte della sua vita; l’animo degli affaccendati, come sotto un giogo, non può voltarsi e guardare indietro. Se ne va dunque la loro vita in un abisso, e come non serve a nulla cercare di riempire un vaso, se manca un fondo che riceva e tenga quello che ci metti, così non ha importanza la quantità di tempo concessa, se non c’è dove si depositi: passa attraverso animi lesionati e bucati. Il presente è brevissimo, tanto breve che ad alcuni sembra inesistente.”
Seneca, La brevità della vita


La voce dei giovani

Crispoldi Alice – 2I – Liceo Scientifico Galileo Galilei

La vita è come una candela che si consuma, prima o poi è costretta a finire, ma questo non significa non riuscire a cogliere l’attimo in ogni momento bello. Seneca riesce a trasmettere ciò, per questo risulta comprensibile e ancora oggi molto attuale. Grazie alle sue opere si capisce come la maggior parte degli esseri umani si sofferma sul lamentarsi, non comprendendo che “non è che abbiamo poco tempo ma che ne abbiamo perduto molto”.

L’obiettivo è quindi quello di riuscire a non ostinarsi a pensare alla conclusione della propria vita, ma a viverla hic et nunc (qui e ora), nella consapevolezza che la miglior cosa è vivere e non essere vissuti. Seneca, filosofo latino del I secolo a.C., viene studiato nei licei e noi ragazzi abbiamo modo di far luce sulla condizione umana nella sua essenza, caratterizzata da problematiche esistenziali e sociali ricorrenti.

Penso che lo studio di quest’ultimo sia importante per riuscire a comprendere la psiche umana e a riflettere sui dubbi della vita.

Samuela Dolci

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