
I chakra
La pratica costante dello yoga è uno strumento valido per calmare la naturale agitazione dei pensieri e l’irrequietezza del corpo. La pratica costante dello yoga aiuta l’energia cosmica a fluire nell’organismo e nella trasformazione di tutte le eventuali carenze e disarmonie che possono verificarsi.
Secondo i Veda, i chakra sono una massa di fluido rotante come un vortice di luce e di energia e, qualunque cosa entri in contatto con il campo vibrazionale, viene attirato dal chakra stesso, elaborato e rimesso in circolazione. I desideri, le emozioni, le esperienze, le abitudini sono direttamente connessi all’attività dei chakra e al tipo di energia che essi attraggono all’interno del proprio campo. I chakra sono sette:
- Il 1°chakra è localizzato alla base della spina dorsale. Muladhara significa radice/sostegno, infatti rappresenta la quantità di energia e la volontà dell’individuo di vivere nella realtà fisica. Nel pieno compimento l’individuo sarà in grado di affermare io esisto.
- Il 2° chakra è localizzato nel basso ventre. Swadhisthana significa dolcezza, dimora del proprio sé. Le qualità sono la sensibilità e l’affettività. Il pieno compimento conduce l’individuo ad affermare io sento.
- Il 3° chakra è localizzato a livello dello stomaco e possiede le istanze della volontà e del potere. Le sue funzioni sono l’azione, la volontà, la relazione. Manipura significa gemma rilucente. Qui risiedono i bisogni legati alla sfera emotiva, ovvero stima, sicurezza, fiducia. Il pieno compimento conduce l’individuo ad affermare io posso.
- Il 4° chakra è localizzato nel centro del petto ed è associato al cuore. Anahata significa non colpito. Le qualità associate sono la compassione, la pazienza, l’umiltà; ciò consente di compiere il salto nell’accettare sé stessi e gli altri. Il pieno compimento conduce l’individuo ad affermare io amo.
- Il 5° chakra è localizzato a livello della gola. Vishuddha significa purificazione. L’attivazione delle qualità ad esso connesse, quali la creatività, la comunicabilità, la libertà, consentono il passaggio dal mondo della conoscenza, al mondo della consapevolezza. Il pieno compimento conduce l’individuo ad affermare io comunico.
- Il 6° chakra è localizzato al centro della fronte. Ajina vuol dire percepire. Questa è la sede dell’immaginazione creativa, dell’intuizione, del discernimento, che consentono di dirigere l’energia verso il mondo della consapevolezza, il luogo in cui si possono vedere le cose come sono, e non come abbiamo bisogno di vederle. Il pieno compimento porta l’individuo ad affermare io vedo.
- Il 7° chakra, localizzato al vertice della testa, è associato il pensiero che presiede le istanze della comprensione, della conoscenza intuitiva e della trascendenza. Sahasrara vuol dire millefoglie. La volontà spirituale che è in grado di esprimere, consente all’individuo di trasformare i contenuti personali nel compimento del processo di autorealizzazione e autotrascendenza, verso il mondo dell’essenza che coincide con il Sé transpersonale.
LA VOCE DEI GIOVANI – BEATRICE TASCA
Licei Francesco Angeloni, classe 4N – indirizzo Scienze Umane
In un mondo che ci vuole veloci, performanti, connessi a tutto tranne che a noi stessi, lo yoga rappresenta la chiave in grado di far ricongiungere l’individuo al proprio sé più autentico. Nelle pieghe lente di un movimento consapevole, scopriamo ciò che avevamo dimenticato: lo yoga ci insegna a stare, non a fuggire. Ci ricorda che la vera forza nasce dalla quiete, che ascoltare è più potente che parlare e che il silenzio, se accolto, può diventare una preghiera del corpo.
Per chi come me è cresciuto in una realtà in cui non vi è più un confine chiaro tra ciò che è reale e ciò che è virtuale, immagino che lo yoga possa rappresentare quindi una buona pratica in grado di riportare l’individuo al Sentire autentico del proprio corpo, alternativa alla tendenza manipolatoria di un certo tipo di pensare della Mente. Come dice Battiato, in una canzone che amo molto, La linea orizzontale ci spinge verso la materia, quella verticale verso lo spirito. E forse, proprio lì – dove le due linee si incontrano – incontriamo noi stessi.
Samuela Dolci
Hai perso gli articoli precedenti di Samuela Dolci?
Visita il nostro archivio per leggere tutti i contenuti già pubblicati.
