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IL CANTIERE DI ARTI URBANE

L’arte che apre le case e riscrive la città

Arte contemporanea in luoghi inaspettati

Portare l’arte contemporanea in luoghi inaspettati, spesso chiusi o dimenticati, è l’obiettivo del CAU – Cantiere di Arti Urbane, il festival ideato dalle associazioni Tempus Vitae e ArteM. Un progetto che trasforma spazi privati e pubblici in occasioni di incontro, bellezza e memoria condivisa.

Le case d’artista come luoghi di eredità creativa

Nel cuore del festival c’è l’apertura delle case d’artista, luoghi dove la creatività ha attraversato le generazioni. Il 27 settembre è stato il turno di Casa Vitturini, dimora che custodisce cento anni di storia familiare e artistica. Qui, le opere di Filippo, Giancarlo e Luca Vitturini raccontano un percorso intrecciato tra tecnica, materia e spiritualità.

Un ponte tra generazioni

Come scrive Riccarda Turrina, la tela lasciata incompiuta dal padre diventa per Luca “un ponte tra generazioni”, simbolo di un’eredità che si fa gesto, racconto, rinascita. La precisione del nonno, la sperimentazione del padre e la sensibilità astratta del figlio si fondono in un’unica visione dell’arte come spazio aperto, da completare insieme.

Un’opera aperta da vivere

Una riflessione che si lega al concetto di “opera aperta” di Umberto Eco, dove ogni creazione diventa campo di possibilità, da interpretare e continuare.

La mostra “L’oro d’Alò” di Bruno Ceccobelli

Il secondo grande appuntamento del CAU è la mostra “L’oro d’Alò” di Bruno Ceccobelli, a cura di Franco Profili, che ha inaugurato il 20 settembre alle 18 nella Chiesa di Sant’Alò e in Casa Di Anselmo. Artista legato da anni alla città, Ceccobelli espone tre opere scultoree nella chiesa: un “Cristo” scolpito in ulivo verde e due figure femminili (“Infante” e “Fiammetta”) che dialogano con la tradizione e la contemporaneità.

Opere inedite in Casa Di Anselmo

A Casa Di Anselmo – luogo che custodisce l’ingresso originario della chiesa – saranno visibili per la prima volta recenti lavori in catrame, mai esposti prima.

Un cantiere di senso per la città

Il festival CAU è un vero cantiere di senso: recupera la memoria, rilegge gli spazi e coinvolge il pubblico in un’esperienza partecipativa. Ogni luogo diventa soglia, ogni opera una possibilità.

Elena Cecconelli

Redazione:
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