Gli orologi pubblici a Terni: tra ricordi e automatismi

Nomi tradizionali e dettagli che spiccano

Ci sono luoghi in città che conservano un nome tradizionale per una particolare caratteristica. Gli urbanisti le definirebbero “emergenze architettoniche”: elementi che spiccano, si distinguono, si notano.

Così è per piazza Bruno Buozzi, che tutti chiamano ancora “piazza Valnerina”, per la storica barriera che accoglieva chi arrivava dalla valle. Oppure largo Don Minzoni, noto come “piazza dell’orologio”. E in effetti, l’orologio sul palazzo della Camera di Commercio non passa inosservato: segna l’ora esatta e, a mezzogiorno, annuncia il cessato allarme.

Orologi che funzionano… e altri no

Terni, però, non brilla per puntualità meccanica. Molti orologi pubblici non funzionano. Anche se oggi abbiamo mille modi per controllare l’ora, vederli spenti è un segno di incuria. Personalmente, lo trovo fastidioso.

Molti orologi dei varchi ZTL sono disattivati, come quello digitale di Porta Sant’Angelo, un tempo precisissimo. Anche quello tra via Tito Oro Nobili (o, come molti dicono ancora, viale della Fonderia) e piazza Dante è fermo intorno a mezzogiorno, lancette sovrapposte.

La stazione e l’orologio scomparso

Pochi passi più in là, l’orologio incassato nella facciata della stazione è coperto da anni. Ora che l’edificio è in ristrutturazione, si spera in un ripristino – magari valorizzando anche i numerosi spazi vuoti presenti.

Un’intervista tra treni e app

Proprio alla stazione, ho avuto il piacere di un’intervista. Mi è stato chiesto quante volte prendo il treno (“Ah, è proprio un viaggiatore!”), la mia destinazione (San Benedetto del Tronto) e ho commentato l’assenza dell’orologio.

L’intervistatrice non trovava “San Benedetto” nell’elenco. Da frequentatore della biglietteria automatica (quella del noto avviso “attenzione ai borseggiatori…”), ho spiegato che va cercato come “S. Benedetto del Tronto” per distinguerlo da “San Benedetto Val di Sambro”. Misteri della programmazione.

Automatismi da decifrare

A proposito di biglietterie automatiche: non ho mai capito perché, in caso di necessità, un utente dovrebbe cercare informazioni lì. Sono domande che restano.

Se provo a fare un biglietto dal cellulare, la prima proposta è “Terni Cospea”. Ma, come già raccontato, l’orario da quella “stazione” restituisce solo una pagina vuota, incorniciata di rosso: colori sociali Trenitalia.

In attesa di un ritorno alla puntualità

Speriamo che sia solo questione di tempo. Intanto, auguriamoci che tutti gli orologi pubblici tornino presto a funzionare. Io non ho mai fretta, ma è bello che un orologio faccia il suo mestiere per bene.

Carlo Santulli