AI, fin dove può spingersi? I limiti del Machine learning (parte II)

L’Intelligenza artificiale ha senza dubbio causato profondi cambiamenti nella nostra società. Questo è un fatto ormai assodato, tuttavia essa ha anche dei limiti.

Nell’articolo precedente ci siamo per ovvi limiti di spazio limitati a parlare solo di tre. Nel presente articolo continuiamo a trattare di altri.

Limite di simulazione delle emozioni

Un quinto limite è rappresentato dal Limite di simulazione delle emozioni. AI può imparare a “comprendere” le parole e le frasi e a rispondere in modo adeguato. Tuttavia la sua capacità di comunicazione resta limitata.

E’ chiaro che essa non si limita solo ad un gioco di domande e di risposte. Nella comunicazione entrano in gioco espressioni facciali, reazioni emotive, gesti, espressioni di sentimento utilizzate insieme alle parole per trasmettere un’impressione complessiva che non può essere percepita pienamente da una macchina.

Per fare questo occorrerebbero centinaia di sensori che analizzano e collegano il comportamento per arrivare ad una risposta adeguata. Una macchina ( tale è e resta AI) non può implementare questa fusione di sensori. Solo il cervello umano possiede questo “collegamento cognitivo”.

La definizione del quadro cognitivo

Le cognizioni del quadro devono essere ben definite. Questo è il sesto limite. AI sarebbe l’effetto di numerosi processi interconnessi che si scambiano informazioni, quindi non ci sarà mai un’intelligenza macchinale superiore.

I limiti e le condizioni del quadro sono necessari per fini commerciali. I problemi e i risultati e le soluzioni devono essere definiti per ottenere il risultato desiderato. AI viene utilizzata per raggiungere obiettivi specifici.

Inoltre essa deve operare entro certi limiti etici e di sicurezza. Dovrebbe garantire il rispetto della privacy, della sicurezza dei dati. AI può efficacemente automatizzare molti compiti, ma ci saranno aspetti della creatività umana che non possono essere replicati da macchine.

Limiti morali ed etici

I limiti morali ed etici sono il vero punto più importante e dolente di essa. L’Intelligenza artificiale ha un grosso problema di discriminazione, non riesce a catturare contenuti di immagini o testi ambigui da un record di dati.

Le ambiguità sorgono con una connessione cognitiva con valori provenienti da contesti letterari, religiosi, letterari, matematici ecc… AI selezionerebbe un singolo elemento di informazione derivata da un insieme di dati, ma non può valutare più contenuti e pensare in modo associativo come gli umani.

Questo però che non è la macchina in sé a far paura bensì sono le persone e le loro intenzioni dietro di esse comporta alta probabilità di errore. L’uomo apprende tali informazioni in modo associativo nel corso della sua vita. AI non può fare questo.

Esempio: Non sa cosa sia un insulto e in certi ambiti come il gioco può riprodurre frasi e parole denigratorie, fatto gravissimo socialmente.

Privacy e protezione dei dati

Un altro limite è l’accesso ai dati e la privacy. AI è virtuale e digitale legge e ascolta tutto. Essa è integrata da altoparlanti e microfoni, una sorta di microspia virtuale che mette a rischio la nostra privacy.

Come possiamo proteggerci ta tale rischio? AI può utilizzare e elaborare qualsiasi accesso ai dati, ma può in cambio proteggerli, se si prescrivono e implementano adeguate funzioni di protezione. In questo modo può divenire nostra protettrice.

Le armi autonome

L’ottavo limite è quello più pericoloso. Ormai le armi autonome di distruzione di massa non sono più fantascienza come dimostra l’uso di droni, veri e propri robot assassini, usati nei conflitti russo-ucraini e israelo-palestinese.

I droni provocano morte e distruzione, possono fare dello spionaggio. Tutto questo sta già accadendo. È bene precisare. Questo è un problema che comporta grandi problemi etici, ma dubito che verrà risolto in quanto ha implicanze notevoli sul piano militare e geopolitico.

Conclusione

Concludendo ribadisco che AI non è intrinsecamente buona o cattiva, ma è l’uso che se ne fa che può portare a risultati positivi o negativi.

Pierluigi Seri