
Un primato ternano poco noto
Uno dei non noti primati di Terni, tra i tanti, è quello di aver ospitato il primo tentativo di “zona 30” a Città Giardino, ormai più di un decennio fa, a cura di Matteo Dondé e di un gruppo di giovani architetti.
Zona 30 e urbanismo tattico
La zona 30 è molto più che una limitazione di velocità, è un cambiamento del modo di vivere la città. Quell’iniziativa faceva parte di un esperimento di “urbanismo tattico” (o urbanistica tattica), che capovolge l’idea che per cambiare in meglio i luoghi dove viviamo servano grandi finanziamenti ed immense trasformazioni.
L’arredo urbano come strumento di cambiamento
Invece, con strutture agili ed anche modulabili, si può riuscire a rendere i luoghi più accessibili e più condivisi, ed a vedere la città come uno sfondo per la nostra personalità, e non come un’estensione della nostra auto. In questo senso, l’arredo urbano può aiutarci a definire meglio gli spazi, per ricoprire un ruolo funzionale e non soltanto estetico.
Le rotonde come elementi identitari
Per esempio, rispetto ad un impianto semaforico, una rotonda è un intervento relativamente leggero, ma che ridefinisce i luoghi: in alcuni paesi è facile che vi vengano fornite indicazioni in termini di rotonde, “girate a sinistra alla terza rotonda”.
Una mappa urbana fatta di rotonde
In realtà, credo che nessun luogo cittadino sia tanto “tattico”, sicché anche noi possiamo parlare per sequenze di rotonde. Partendo dall’Hyperion (già Benvenuti in California) passando per la rotonda Pileri (con E-Terni, ovvero La canna da pesca) si arriva in crescendo alla Lancia di Luce, come dal Thyrus vicino al CAOS, attraversando il fiume, si vola dalla leggenda nella storia a ricordare la resistenza ternana in fondo a via Garibaldi.
Nuove rotonde tra arte e arredo urbano
Gli ultimi anni sono stati in ogni modo ricchi di rotonde con elementi di arredo, come è il caso per Luv.U a via Bramante, oltre che per il nuovo allestimento dei “tre monumenti”, nella “piazza quadrata” ternana. Ed a pensarci bene, la stessa Lancia di Luce è allineata con la rotonda e la statua di San Valentino, benché a distanza.
Rotonde in cerca d’autore
Altre rotonde sono ancora “in cerca d’autore”, non solo d’allestimento, come alla confluenza di via Oberdan su via Battisti dov’è sorta la palazzina spiraliforme. Sarebbe molto tattico, in effetti, descrivere la città in termini di rotonde, e mapparle, in un percorso fatto anche delle statue e dei monumenti che le punteggiano.
Città Giardino, un’eccezione virtuosa
Non credo sia un caso, ma sono proprio le zone urbanisticamente più di pregio, come appunto Città Giardino, a non aver bisogno di rotonde per elaborare una tattica di riconoscimento della città: vivibile ed aperta a tutti. Perché, ipotizzo, le rotonde funzionano da descrittori, come le parole chiave o la punteggiatura.
Carlo Santulli

















































