LE ORIGINI DELLA CITTÀ DI TERNI

Parte 1

Una posizione geografica strategica

All’inizio di una valle suggestiva e fertile, ai piedi di una corona di monti che delimitano la catena appenninica, allo sbocco di un passo naturale che collega il versante Tirreno dell’Italia Centrale con il versante Adriatico, è sorta la città di Terni la cui fondazione viene fatta risalire tradizionalmente al 672 a.C. in base ad un’iscrizione del 32 d.C. (Corpus Inscriptionum Latinarum XI, 4170).

I popoli umbri e pelasgi

In realtà le origini di questa città si perdono nel tempo, è noto infatti che già trenta secoli prima dell’età volgare, gli antichi popoli umbri abitavano tutte le valli della zona ad oriente di Roma, occupando le dorsali appenniniche per poi spingersi fin sui versanti dell’Adriatico. A questi popoli si aggiunsero le tribù Pelasge, così chiamate perché “costruttrici di città murate”.

Insediamenti e territorio paludoso

Di questi popoli si hanno tracce di abitati fissi in costruzioni murarie, situate sulle colline alluvionali prospicenti il fondo valle, che, a quel tempo, doveva risultare un enorme acquitrino ed una palude impraticabile. Tale d’altronde non poteva non essere, quando si pensi che quella stessa valle costituiva il naturale bacino di raccolta di acque di fiumi e torrenti che nascevano dalle alture appenniniche e che, perdendo impeto, ammassavano una enorme quantità di materiali detritici allagando così la pianura.
E’ proprio su questo terreno che ora sorgono gli edifici di questa città.

Una storia di lotta e risorse

E la storia dello sviluppo della città di Terni è tutta, come vedremo, una storia di continua lotta con le acque dei fiumi e dei torrenti che la circondavano e nei quali va riconosciuto il motivo di aver costituita la principale fonte di risorsa prima naturale, fornendo acqua alle coltivazioni, e poi energetica.

Prime comunità e attività economiche

Ma per ritornare al tema delle origini di Terni, diremo anche come i popoli umbri, dediti alla caccia e alla pastorizia, avessero costituito dei nuclei abitati proprio ai margini di quella grande palude, anche per la mitezza del clima, oltre che per costituire basi di partenza da cui muovevano le tribù nomadi, nel periodo estivo, per raggiungere i pascoli di alta montagna.

Inoltre questi nuclei abitati costituivano centri di commercio e di scambio tra i prodotti della pastorizia e quelli di natura propriamente agricola, ricavati sulle pendici delle colline prospicenti il fondo valle.

Resti archeologici e necropoli

Tracce di questi raggruppamenti si hanno nei resti di mura poligonali rinvenute in alcune zone della città e del tutto simili a quelli ancora visibili nella zona di Cesi e fatte di massi non perfettamente squadrati. Viene da pensare che una simile lavorazione era giustificabile solo se dedicata ad importanti opere, cioè alla formazione di nuclei abitati di notevole importanza e rilevanza.

Gli utensili rinvenuti durante gli scavi e le numerose costruzioni sepolcrali venute alla luce nel 1884 in occasione dei lavori di fondazione del primo stabilimento delle Acciaierie, attestano senz’altro della importanza di questo centro abitato.

La necropoli dell’VIII secolo a.C.

Questa vastissima necropoli era costituita da tombe formate da grandi mucchi di pietre a forma di copula ellittica, che coprivano scheletri deposti sulla nuda sabbia e orientati da levante a ponente. Le tombe con scheletri di sesso maschile risultarono adornate con lance, fibule per chiudere il mantello all’altezza dello sterno, altre armi e utensili. Le tombe delle donne non dotate di cresta lapidica, contenevano armille, fibule, orecchini, agganci di cinte ed altri monili. Inoltre si rinvennero anfore e vasi alcuni dei quali contenevano con probabilità gli avanzi del banchetto funebre.

Dallo scambio al vero sviluppo urbano

Con il passare del tempo e lo svilupparsi dei contatti tra le varie popolazioni, varie tribù finiscono per fondersi e Terni prende sempre maggior sviluppo. L’insediamento d’altronde è alla porta di una valle che costituisce un naturale valico tra gli Appennini, da qui venne quasi subito la necessità di migliorare sempre più le vie di comunicazione insistendo sia con l’opera di bonifica delle paludi, sia con quella dell’inalveamento di fiumi e di torrenti anche per beneficiare dei fertili terreni a fondo valle.

Il primo nucleo cittadino

La città così si sviluppa e il nucleo abitato scende verso la pianura portandosi sulla sponda nord del Nera a monte della confluenza con il Serra.

Carlo Barbanera