Memoria di Noi

È tempo di guerra, è tempo di pazzia collettiva

È tempo di guerra, è tempo di pazzia collettiva, è un riempire il tempo di lacrime e dolore. Quando l’uomo si adopera per distruggere compie un atto criminale verso l’umanità, ma prima di tutto, verso sé stesso. L’esaltazione smisurata dell’ego disperde, annulla le coordinate che accompagnano l’essere umano nell’intero arco della vita. Spazio e tempo perdono i contorni che sono loro consoni.

Si altera lo spazio, si annulla il tempo

La voracità di possedere sgretola l’anima, ne spegne la luce.
“M’illumino d’immenso” (“Mattina” di Giuseppe Ungaretti).
4 sole parole che celebrano la bellezza di un nuovo giorno, un giorno di pace, di luce e l’importanza di vivere ogni attimo con intensità.
Alice: «Per quanto tempo è per sempre?»
Bianconiglio: «A volte solo per un secondo». (Alice nel paese delle meraviglie).

L’attimo eterno

Un attimo percepito come eterno. Nell’arco di una vita si attraversano strani spazi, si rincorre qualcosa che non esiste, si brama per qualcosa che non ci appartiene e non ci si ferma a cogliere l’attimo che dal vortice dei pensieri viene travolto, si trasforma in altro, scompare nel vuoto della memoria.

Il tempo lascia il segno

Anche un foglio di carta lasciato su un piano cambia aspetto, cambia colore, cambia struttura, senza intervento alcuno apparirà nel tempo ingiallito, raggrinzito ….e allora si capisce che quel foglio liscio, bianco e intatto non potrà tornare mai più. È l’inesorabile condanna dell’irreversibilità… indietro non si torna, ma si possono accogliere alcuni attimi, alcune sensazioni, alcuni turbamenti, portarseli con sé nel presente e sconfiggere il tempo. È l’immenso scrigno della memoria che conserva l’attimo.

L’attimo che resta

Il primo vagito, l’ultimo respiro, la fine di un’attesa, l’attimo è donarsi all’altro in un giorno speciale, è il lampo improvviso di un’emozione riemersa dalle ombre del passato. Nella girandola dei pensieri le visioni diventano nitide, fanno riemergere le persone a qualunque età si vogliano ricordare, si rievocano paesaggi, incontri e, attraverso essi, si torna a piangere e a ridere.

Big Bang: l’attimo degli attimi

L’attimo degli attimi ha un nome, si chiama Big Bang (grande scoppio), è l’attimo che attimo non è, ma reso tale dall’immensità del tempo. Nell’immaginario è possibile pensarlo come una gigantesca esplosione che, circa 15 miliardi di anni fa, ha conformato il cosmo. Non fu soltanto un’esplosione, ma un’espansione dello spazio da un punto infinitamente piccolo e denso contenente tutta la materia e l’energia dell’universo, un’espansione che continua ancora oggi.

Spazio e tempo: coordinate della vita

Spazio/tempo: 2 coordinate che segnano il destino degli uomini, si intrecciano indissolubilmente per tutto l’arco della vita. Lo spazio è a nostra disposizione, lo possiamo percorrere, esplorare: ciascuno di noi può spostarsi avanti e indietro per andare da un luogo all’altro. Il tempo, invece, scorre inesorabile in una sola direzione e non possiamo tornare nel passato o saltare nel futuro, ma possiamo conservarlo inalterato nella memoria.

La memoria: rifugio del tempo

È la memoria che ci restituisce la vita quando sembra essere alla deriva: fa rivivere attimi emozionanti, unici e il malessere dell’anima scompare. “A volte solo per un secondo”, sì un singolo istante può essere percepito come eterno, può cambiare per sempre il corso dell’esistenza.

L’attimo che salva una vita

Capodanno 1993, mezzanotte, lui inviato di guerra per un giornale tedesco, nella foresta del Laos, di fronte ad una omelette di uova di formiche rosse, dovette decidere della propria vita. Era l’attimo decisivo per Tiziano Terzani: 16 anni prima ad Hong Kong, un indovino gli disse che nel 1993 non avrebbe dovuto volare perché rischiava di morire. Il 20 marzo di quell’anno un elicottero delle Nazioni Unite, in Cambogia, precipitò con 15 giornalisti a bordo: fra loro c’era il collega tedesco che aveva preso il suo posto.

Un sapore per tornare indietro

È ancora la memoria che ci catapulta lontano nel tempo ricreando la scena chiara, nitida come appena vissuta, evocata solo da un odore, un sapore, un suono all’improvviso percepito. Marcel Proust, inzuppando una madeleine (dolcetto francese) nel tè, è sopraffatto dai ricordi della sua infanzia, in lui si risvegliano sensazioni dimenticate. L’evento segna l’inizio del viaggio del protagonista alla riscoperta del suo passato, “Alla ricerca del tempo perduto”. È un momento di rivelazione: l’attimo gli svela aspetti di sé fino a quel momento oscuri.

Attimi da dimenticare

È tempo di guerra, di miseria morale, di sopraffazione per lasciare alla memoria le nefandezze che l’uomo è capace di perpetrare, un passaggio carico di vergogna, attimi, tanti, troppi da dimenticare.

La poesia dell’attimo

Wislawa Szymborska, premio Nobel, si sofferma sull’ ATTIMO e scrive:
…..Sono le nove e trenta, ora locale.
Tutto è al suo posto e in garbata concordia.
Nella valletta un piccolo torrente in quanto tale.
Un sentiero in forma di sentiero da sempre a sempre.
Un bosco dal sembiante di bosco pei secoli dei secoli, amen,
e in alto uccelli in volo nel ruolo di uccelli in volo.
Fin dove si stende la vista, qui regna l’attimo.
Uno di quegli attimi terreni
che sono pregati di durare.

Sandra Raspetti

Hai perso gli articoli precedenti di Sandra Raspetti?
Visita il nostro archivio per leggere tutti i contenuti già pubblicati.