Valnerina, conoscerla per amarla

gita valnerina

Conoscerla per amarla. Rubo questa frase, che a lungo riprodurrò, a Loretta Santini che con tale incipit ha iniziato la  presentazione della sua ennesima conferenza sulla Valnerina in occasione della gita a Sant’Anatolia di Narco, Cascia, Norcia. Noi dell’Associazione Culturale La Pagina, considerata la distanza abissale che c’è tra sentito dire e conoscenza diretta, pensiamo di doverci specializzare in merito a tali visite per conoscere e far amare ancor più la nostra Valnerina. L’abbiamo già fatto e lo faremo ancora, insieme ai nostri tanti colleghi, professori, presidi e studiosi provenienti da molte parti dell’Europa. Occorre esserci per sentire: la quieta serenità del vivere nei nostri borghi, nei nostri paesini, nelle ville o negli agriturismi, ove si gode del gusto dell’assaporare, dell’odorare, del toccare, del vedere… del sentire. La nostra terra deve essere vissuta, attraversata, respirata, abitata. Ogni pubblicità presentata attraverso qualsiasi media, potrà emozionare solo di una inezia rispetto alla totalità delle sensazioni che si provano nello star dentro a questa meraviglia ove si gode di straordinarie ricchezze per le quali nessuno al mondo potrà mai farci concorrenza: su queste dobbiamo confidare e puntare.

E, aggiungerei: quasi esclusivamente su queste.

La Valnerina, autentica gemma territoriale, arricchita dalle acque, immersa nel verde e nella rassicurante tranquillità dei suoi abitanti, situata in posizione centrale e vicinissima alla Capitale, si deve caratterizzare come importante Centro per l’accoglimento di flussi turistici, nazionali e non, e per l’organizzazione di circuiti culturali e scientifici. Le risorse del territorio sono ingenti e riguardano l’ambiente, l’arte, la storia, la spiritualità emanata dai suoi Santi, il folklore e le tradizioni contadine, l’enogastronomia, la peculiarità di molti prodotti alimentari. Noi della Associazione Culturale La Pagina e di Terni Progetta lavoriamo strenuamente e disinteressatamente per raggiungere tale finalità.

E più la conosco, la mia terra, e più mi indigno. Non me la prendo con il terremoto (lo temo ma, per certo, non promana da alcun castigo divino, così come non è Giove a scagliare i fulmini), perché sarebbe come prendersela con i temporali o con la siccità o raccontare storielle per addormentare i bambini. Mi imbufalisco invece nei confronti dei tanti potenti e ricchi personaggi privi di storia, cultura, intelligenza, che hanno imperversato e, forse, imperversano ancora, senza conoscere nemmeno una minuta parte della storia e delle ricchezze della Valnerina. Se avessero capito e avessero studiato un po’ genesi e costituzione dei nostri Appennini e, di conseguenza, degli ineluttabili movimenti tellurici, avrebbero agito in maniera radicalmente diversa. Sarebbero stati, ad esempio, presi da una folle paura di poter perdere, per sisma ed altre conseguenziali calamità naturali, le immense opere d’arte, per lo più pittoriche, nascoste nei monumenti artistici che le contengono e avrebbero messo tutto in sicurezza, incluse le abitazioni, vecchie, bellissime, tipiche ed avrebbero evitato di cementificare dove non era proprio il caso.

Noi che amiamo la Valnerina, abbiamo riunito, in Terni Progetta, molti valenti studiosi e ci impegniamo per farla conoscere per poterla ancor più amare. Ci piacerebbe avere anche la possibilità di poter evitare manifestazioni non intonate o addirittura contrastanti con questo nostro enorme patrimonio, ma siamo soltanto degli educatori per cui pratichiamo vera politica, non politica di parte!

Giampiero Raspetti

Umbria, misura umana, oasi di pace.

Cinque elementi, magicamente fusi:
la terra, generata da fuoco eruttivo
e da emersione dalle acque,
respira profumi primaverili, in ogni stagione.
Sali minerali, che marina e lapilli sigillarono con dovizia,
immergono l’Umbria in sapori, di ara in ara, diversi.
Straordinario l’intreccio di itinerari
storici, artistici, naturalistici, spirituali
che genera quinta essenza.
Necropoli, templi, città sotterranee,
monasteri, abbazie, conventi,
castelli, borghi, torri e muraglie
costituiscono l’irripetibile patrimonio
archelogico, artistico, architettonico
sedimentato in Umbria da Ombroi, Etruschi e Romani,
da Medioevo e Rinascimento.
Il caleidoscopio, dominato dal verdeumbria,
è arricchito da tenui colori:
il rosa pallido, il giallo tufaceo, il miele ambrato,
l’azzurro cenerino, il rosso mattone delle pietre e dei tufi.
Su campi e su alture, su gobbe e su piane,
ovunque distesi uliveti e vigneti.
Pioppi, querce, salici, ontani,
a guardia di fiumi e di rivi ondulati.
Una sull’altra le case,
arrampicate fino a fortezze feudali.
Umbria, misura umana, oasi di pace.

G.R.

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