TUMORE ALLA CERVICE: Come fare Prevenzione

Laboratorio esami

I dati circa l’incidenza e la mortalità per carcinoma della cervice hanno subito una riduzione negli ultimi anni.

Tale dato, maggiormente evidente nelle popolazioni di paesi maggiormente sviluppati e dotati di più risorse economiche, è sicuramente il risultato di campagne volte alla prevenzione mediante esami di screening del carcinoma della cervice uterina.

L’età di incidenza del tumore del collo dell’utero è all’incirca intorno ai 49 anni.

Il principale fattore di rischio per questa neoplasia è rappresentato dall’infezione da HPV. Un virus a DNA che si trasmette attraverso i rapporti sessuali. Tra gli altri fattori di rischio troviamo il fumo di sigaretta, la gravidanza, le situazioni di immunodepressione e un numero elevato di partner sessuali.

Presentare l’infezione da HPV non vuol dire assolutamente sviluppare il tumore della cervice. Il sistema immunitario del nostro organismo può combattere l’infezione virale e la paziente negativizzarsi ai successivi controlli. Se l’infezione diventa persistente, il virus può integrarsi nel genoma della cellula e cominciare a produrre il suo effetto citopatico portando allo sviluppo di lesioni precancerose, che se non identificate e trattate potranno trasformarsi ulteriormente in tumore del collo dell’utero.

Come è possibile fare prevenzione?

La prevenzione può essere primaria o secondaria.

La prevenzione primaria si attua attraverso un programma di vaccinazione contro l’HPV (papilloma virus umano) per il quale sono disponibili un vaccino bivalente, un vaccino quadrivalente e, di recente ingresso sul mercato, un vaccino nonavalente, che verrà offerto anche alla popolazione di sesso maschile. La vaccinazione viene offerta gratuitamente tra gli 11 e i 12 anni a tutte le bambine e in alcune regione anche agli individui di sesso maschile, sempre in età compresa tra 11 e 12 anni. Il vaccino consta di 3 dosi e deve essere effettuato possibilmente prima che che inizi l’attività sessuale. La popolazione femminile vaccinata dovrà comunque eseguire, quando l’età lo richiederà, il pap test.

La prevenzione secondaria prevede l’utilizzo di esami di screening come il pap test convenzionale o in strato sottile e l’HPV test. Il pap test, secondo programma di screening può essere eseguito da tutte le donne di età compresa tra 25 e 35 anni ogni tre anni, se negativo. Dopo i 35 anni viene offerto alle donne, nell’ambito del programma di screening regionale, il test per l’identificazione dell’HPV, che, se negativo, può essere ripetuto ogni 5 anni. Qualora necessario al test primario per HPV verrà associato il pap test.

Queste metodiche di screening consentiranno di identificare la popolazione a rischio che dovrà eventualmente sottoporsi ad esami di secondo livello come la colposcopia e la biopsia mirata della porto.

L’infezione da HPV e le lesioni preneoplastiche del collo dell’utero (CIN1 CIN2 e CIN3) sono spesso asintomatiche. Per tale motivo qualunque donna anche se non presenta sintomi e segni particolari deve eseguire un controllo annuo presso il proprio ginecologo di fiducia. Ogni donna deve avere la consapevolezza che il tumore del collo dell’utero oggi può essere trattato in maniera radicale grazie alla diagnosi precoce che può essere effettuata proprio mediante i test di screening a loro disposizione.

Dottoressa GIUSI PORCARO
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia

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