Terni La città dell’oro

Ponte

L’immaginazione conta più della conoscenza

Albert Einstein

Cosa avverrà, per effetto di una tecnologia che manifesta potenza e dirompenza come mai prima d’ora? Adesso che cultura e incultura si infiltrano ovunque, in tempo reale? I partiti politici, oggi così disorientati, saranno in grado di adeguarsi culturalmente e di costituirsi come limpide organizzazioni al servizio del bene comune? Sapranno far riferimento a professionisti della mente ed esilieranno i mestatori del ventre e i cultori di privilegi? Lasceremo ancora governare chi non sa progettare intuire capire? Sentiremo finalmente parlare sempre più gli Angela-Zavoli, i poeti, gli scienziati, gli esperti delle professioni o saremo ancora e sempre seviziati da narcotizzanti e puerili giri di parole di politicanti barbari e semianalfabeti? Di quanti filosofi, matematici e addetti alle nuove tecnologie avremo bisogno? Come vivrà chi ha molte possibilità? Sarà ancora più povera e disperata la vita dei diseredati? Saremo in grado di prendere atto, senza ridurci a fantocci schiamazzanti, del fenomeno della integrazione tra popoli e delle culture diverse che ormai interagiscono ineluttabilmente? Si darà un seguito maggiore ai diritti umani, o saranno questi, per molti, ancora un paravento per cercare di mostrare una propria presunta credibilità? La rivoluzione straordinaria che ci accingiamo a vivere, stratosfericamente diversa da tutte quelle precedenti, deve essere analizzata interpretata discussa capita amministrata governata. Chi sarà allora, adesso e subito, in grado di conoscere valutare anticipare il futuro, di certo riuscirà a sopravvivere. Chi si porrà, come sempre, dalla parte della opposizione e della reazione al nuovo, si perderà, grazie al suo incarnato patrimonio di ignavia e di ignoranza, nella notte dei tempi, rimanendo un conservatore del nulla.

Cosa avverrà, adesso che essere città intelligente, o smart, non è più un’opzione, una scelta e nemmeno una cosiddetta necessità, ma, lo si voglia o no, uno stato di fatto? Saprà Terni, in crisi da decenni, essere all’altezza dell’attuale modernità? Cosa avverrà, del commercio e dei mercati, allorché le merci di moltissimi attuali negozi saranno visibili dai monitor delle nostre abitazioni e noi, novelli commessi in casa nostra, potremo analizzare compiutamente qualsiasi prodotto, proveniente da ogni parte del mondo, per poi ordinarlo e riceverlo direttamente? Saremo in grado di approfittare della poderosa e irrefrenabile macchina del turismo che oggi chiede, in particolare, tranquillità e rigenerazione, materiale e spirituale? La nostra terra, tutta, non solo la Valnerina che dispone di straordinarie bellezze paesaggistiche, storiche, sacrali, ambientali ed enogastronomiche, saprà creare adeguati progetti e strutture all’altezza delle moderne esigenze?
Terni e il nostro territorio stanno languendo. I locali chiudono, non per il virus o per i provvedimenti emanati per cercarne riparo, ma in quanto sta cambiando tutto, sotto la spinta della tecnologia. Occorrerebbe allora, con immediatezza, dedicarsi ad aspetti qualificanti come conoscenza scientifica e storica, creatività, inventiva, capacità relazionale. Non dobbiamo rimanere inebetiti nelle tane di un’era culturale defunta, la culturera, ma dobbiamo, in particolare, saper aiutare tutti i lavoratori, addetti oggi a quei mestieri che esisteranno solo nei ricordi, perché sappiano quale nuova attività intraprendere.

Tutto questo all’interno di un consesso che cambierà radicalmente, non solo come civitas, cittadinanza, e come civilitas, qualità dell’essere cittadino, ma anche come urbs, insieme degli edifici e delle infrastrutture. Che fare, dunque? Fare politica! Imporre cioè un unico elemento: la cultura, una cultura adeguata ai tempi. Ogni nostra pubblica riflessione non dovrà più essere una chiacchierata generica di chi non ha niente da dire, ma si trova costretto a dire: si lasci costoro nella loro incapacità. Spetta a tutti gli altri disegnare un orizzonte auspicabile, quello di una comunità immersa nella sua splendida tradizione ed orientata verso una intelligente innovazione. Una comunità che ha fiducia nel futuro e cerca di intuirlo prevenirlo governarlo. Nostra convinzione è che per Terni, così come per tutte le città al mondo, occorra studio e analisi della propria storia, elaborazione di idee, concertazione di proposte, confronto tra tutti i suoi cittadini. Nella consapevolezza che sia indispensabile studiare e capire la nostra città, La Pagina si fa carico della elaborazione di un progetto per Terni, prossimo alle stampe, contenente elementi storici, scientifici, modernamente tecnologici che pensiamo risolutori per la Terni che disegniamo, cioè La città dell’oro. Noi ci impegniamo per quello che dovrebbe fare ogni cittadino, ciascuno dovendosi sentire senatore e sindaco della città, attento al bene del luogo dove vive e dove cerca possano vivere bene i propri figli, solerte nel non delegare, agli altri o al fato, zelante nel voler seguire virtù morali e sedimentazioni culturali. Ci impegniamo incessantemente, senza chiacchierare a vuoto per eccitare gli animi, senza far parte di conventicole, gruppi di potere, club privati, società di mutuo soccorso, senza arraffare soldi di altri né amministrare disinvoltamente ricchezze di altri, senza ringraziamento da alcuno, se non dalla nostra coscienza di uomini liberi.

Giampiero Raspetti

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