SE PERMETTETE PARLIAMO (ANCORA) DI AUTO

Non posso negare di essere angosciato dal gran numero di incidenti automobilistici che si verificano qui a Terni (come nella maggior parte del mondo, ma io vivo qui) e quindi la mia prospettiva può essere benissimo vista come poco oggettiva. Provo però a ragionare freddamente sulla cosa, per quanto mi è possibile, da abitante su viale dello Stadio e quindi testimone di molti eventi del genere, la cui frequenza non sembra diminuire col tempo.

Gli incidenti sono dovuti nella loro quasi totalità all’errore umano attribuibile a diverse cause (eccesso di velocità, guida distratta, consumo di sostanze stupefacenti od alcolici, non rispetto del codice, per esempio per aver imboccato strade o corsie non permesse, o addirittura sottopassaggi in direzione vietata).

Sono certo che in futuro si adotteranno alcune soluzioni che sono tecnicamente semplici, ma tuttora non gradite all’industria automobilistica, che fa finora cartello per bloccarle o ritardarle, ma che sono del tutto efficaci.

Posso vedere come sprecato immatricolare autovetture che vanno a più di 160-170 chilometri all’ora, che dovrebbero essere riservate ai circuiti e non alla normale circolazione, dato che la velocità massima consentita in autostrada è 130.

Ma più in particolare mi riferisco all’introduzione di vetture a guida autonoma, ma ancora prima alla presenza di limitatori di velocità, già installati sulle autocorriere e su molti camion, e dei sensori che blocchino il salto di corsia, oltre che il superamento della velocità consentita. Perché, c’è poco da fare, l’eccessiva velocità è tra le maggiori cause di incidenti e spesso si unisce alla distrazione dovuta (ancora…) all’uso del telefonino, tenuto (per essere proprio chiari) in mano e all’orecchio durante la guida.

Altra questione non banale è tuttora quella del mancato rispetto delle precedenze per l’uso delle rotonde. Recentemente abbiamo visto la trasformazione di arredo urbano della rotonda Pileri e questo è un bel segnale, al di là delle opinioni differenti che si possono avere sulla riuscita dell’operazione. Le rotonde cominciano ad entrare effettivamente nell’immagine della città ed hanno gradatamente un maggiore gradimento; non manca molto all’abolizione totale dei semafori, già in molte città, di dimensioni neanche tanto piccole, che nel nostro paese li hanno fatti sparire.

Allo stesso tempo, c’è la necessità di ridurre l’utilizzo dell’automobile in città: questo si fa attraverso misure coercitive, come la blindatura della ZTL e la generalizzazione dei parcheggi a pagamento (strisce blu) nelle zone di maggior pregio. Quel che appare evidente a Terni è che il numero di auto sia tuttora altissimo, specie se il nostro modello è Roma (e spero francamente di no), che è una delle città europee con la maggiore densità di auto per 1000 abitanti: 629 dagli ultimi dati. Terni è all’incirca allineata su questi numeri e purtroppo su questa cultura. Ci sono tuttora romani che si vantano di non aver preso i mezzi pubblici da decenni. E, malgrado quel che dicono, non dipende dall’inefficienza, ma dal vedersi sminuiti nel farlo.

Mentre scrivo, per dire, a Roma è spudoratamente in corso una campagna anti-tram che non saprei se definire più insensata o fuori dal tempo, memore del discorso mussoliniano del 31 dicembre 1925 contro la “stolta contaminazione tranviaria”, nel momento in cui la sede del capo del governo stava per traslocare da Palazzo Chigi a Palazzo Venezia, ed era contrario al progetto del pre-metro (prima tram sotterranei, poi metro), ispirato a Bruxelles, che avrebbe nei fatti creato una stazione metropolitana d’incrocio, peraltro in un elegante stile liberty, proprio a piazza Venezia. Il tram farebbe vibrare i palazzi, facendoli tremare fin dalle fondamentas ed addirittura produrrebbe problemi psicologici ed aritmie. E la stessa Sovrintendenza si è per l’ennesima volta scagliata contro il tram a via Nazionale, per la cosiddetta linea Termini-Vaticano-Aurelio. Però non si capisce perché in tante città europee e nelle stesse Milano e Firenze (ma anche Napoli e Palermo) il tram stia tornando a tutta forza, mentre a Roma questo non sia possibile. Forse occorrerà rinnovare i binari più spesso?

È una campagna che fa presa sui cittadini, specialmente quelli che i mezzi pubblici non li usano mai, ci mancherebbe, al massimo la metropolitana che a Roma ha costi enormi, mentre le speranze di concludere l’anello ferroviario romano sembrano un’altra volta affievolirsi, anche se credo sia soltanto un momento. L’anello ferroviario romano è essenziale, ed a noi ternani pendolari consentirebbe, facendo centro su Tiburtina, ed evitando sempre più la super-satura Termini, di raggiungere la maggior parte dei quartieri romani. Ma dentro di me sono sicuro che ci arriveremo.

E a Terni? Si è aperto il centro commerciale collegato all’inaugurazione del Tulipano, il grattacielo più alto dell’Umbria. Speriamo che presto sia inaugurato anche il tratto del minimetrò tra Terni e Cesi, che ha la fermata di Ponte Le Cave proprio in corrispondenza di questo centro commerciale. E molte altre, che potrebbero essere utili, nel momento in cui la difficoltà di raggiungere molte località è diventata evidente. Idealmente, si potrebbe pensare ad un sistema complesso di mobilità su ferro, che comporti il minimetrò con cambiamento di banco a Terni, tra Cesi e Marmore, la ricostruzione della Terni-Ferentillo e della Spoleto-Norcia, posto che le ciclabili debbano essere su percorsi autonomi e non sul sedime di precedenti linee ferroviarie.

Perché oggi, duole dirlo, ma il maggiore nemico della nostra qualità urbanistica è proprio l’auto, quella che richiede tra l’altro la distruzione delle foreste urbane, come la pineta Centurini, i cui alberi si sono inclinati, complici anche un’inadeguata manutenzione, a causa del passaggio di una strada centrale, e non diversamente è accaduto a viale Borsi e altrove. I pini ad ombrello non sono gli alberi più adatti nel nostro contesto, che volentieri ospita invece querce, lecci, carpini, faggi, non a caso evidenziato dai toponimi e dai cognomi più diffusi in questa zona. Ma se si vuole alloggiare adeguatamente un albero, occorre fornirgli tutto lo spazio di cui ha bisogno, e per far questo toglierlo alle auto, con innegabili benefici per il clima e per la vivibilità.

Carlo Santulli

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