Raccontare una nuova Umbria

bussola

Viviamo in un mondo che cambia

Siamo di fronte a qualcosa di nuovo. Un cambio di passo. Ciò che si profila all’orizzonte è, molto probabilmente, l’alba di una realtà diversa, basata su una visione del mondo a cui non eravamo preparati. Ma, del resto, prima che le cose accadano come è possibile essere preparati? Bè, questo non è del tutto esatto. Fra le più strabilianti capacità di noi uomini c’è quella di prevedere, almeno in parte, cosa ci si potrebbe parare di fronte nel futuro.

Specialmente se ciò che accade dipende direttamente dalle nostre attività…chi vuole intendere…! Per dirla meglio, siamo in grado di valutare quali potrebbero essere le condizioni generali future e quindi intuire cosa è necessario fare in prospettiva. Siamo in grado di capire di quali strumenti occorre munirsi in previsione delle condizioni future e ciò significa che, in parte, il futuro lo plasmiamo noi stessi. Peccato che a questo grande pregio tendiamo a contrapporre uno dei nostri peggiori difetti: una sorta di pigrizia mentale, ed anche qualche altra forma di “pigrizia” che è meglio non specificare. Fatto sta che nel momento in cui si prospettano novità all’orizzonte tendiamo alla chiusura più totale.

Arrotolati come i ricci nel nostro piccolo e limitato mondo del momento, stazioniamo in attesa di qualcosa che, già intuiamo nel profondo, non verrà mai. Un atteggiamento che si traduce nel non saper cogliere le occasioni o le opportunità. Eppure quanto bene ci farebbe ampliare gli orizzonti; per tante cose! Dal punto di vista culturale, della valorizzazione dei contesti personali e, di riflesso, del contesto comune. Finanche dal punto di vista del miglioramento delle nostre economie. Fermo restando che tutte queste cose, in una società complessa come la nostra, risultano intimamente connesse fra loro.

Oggi, in questo clima di incertezze, tanto per il presente quanto per il futuro, si affaccia un nuovo spunto per ragionare. La nuova immagine che si va profilando dell’Umbria meridionale consiste in una più moderna visione del contesto paesaggistico, delle sue trasformazioni avvenute nel corso del tempo e delle bellezze naturali che ne sono scaturite. La nuova visione emerge da importanti valutazioni scientifiche in corso nel nostro territorio. Esse stanno rivelando nuovi contesti e quindi nuove prospettive che investono direttamente ciò che di meglio abbiamo dal punto di vista paesaggistico-ambientale, come la Valnerina e la Cascata delle Marmore.

Chiunque è in grado di intuire che proprio le trasformazioni territoriali del passato ci hanno restituito le condizioni ambientali in cui viviamo oggi. Così come i contesti che noi determiniamo oggi e le modalità con cui vi operiamo condizioneranno profondamente le situazioni future. L’importanza del nuovo bagaglio di conoscenze risiede nel disporre di un’ulteriore occasione per promuovere il nostro territorio, in modo nuovo e con elementi preziosi che si aggiungono a quelli precedenti. In sostanza, un nuovo spunto per valorizzare le proprie bellezze ed unicità territoriali. Coloro che amministrano questo territorio, o che ne gestiscono le attività promozionali, o gestiscono le nostre realtà paesaggistiche e culturali, potrebbero intuire il vantaggio di usufruire delle novità emergenti, potendole trasformare in nuova ricchezza territoriale: culturale, turistico-ambientale, e tutto ciò che ne potrebbe derivare a vantaggio della comunità. Una nuova rotta per il futuro. Il ripristino dell’intera bussola che oggi sembra che abbiamo in parte smarrito.

Enrico Squazzini
Centro Ricerche Paleoambientali di Arrone

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