Nahar nos genuit, Valentinus nos ducit

fiume nera terni

            Valnerina è uno dei nomi più conosciuti al mondo, fenomeno questo che già consegna un patrimonio rilevantissimo. L’Umbria e, in particolare, la Terra del Nera sono ovunque conosciute come Cuore verde d’Italia. Il verde, nelle sue infinite tonalità, è ovunque, dai campi ai prati, dai parchi ai boschi, dalle colline alle montagne, dagli orti ai giardini. Non c’è un solo pollice di terra inutile, questa la fotografia delle magiche terre italiane, scritta da Michel de Montaigne in Journal de Voyage en Italie, che rende particolarmente bene l’idea del nostro territorio, con la sua affascinante contiguità tra città, borghi, campagna, colline, monti, fiumi, laghi ove nemmeno un centimetro quadrato di terra è inservibile e inospitale!

Quale altra terra presenta altrettanto? È, da sempre, Cuore geografico dell’Italia e crocevia degli episodi, storici e culturali, più importanti che ne hanno segnato la nascita e lo sviluppo.
Il cuore del cuore è Terni, la città pulsante, aperta, non arroccata, posta alla base della sua stupenda corona regale di monti, la città in relazione alla quale La Pagina illustrerà identità storica e immagine futura. Una città regina, il più grande insediamento umano sul fiume Nera che, fin dai tempi di Interamna Nahartium, è stato giardino e crocevia di gente, sempre degnamente ospitata, accolta, intrattenuta.

Il suo Cuore è puro e non incidono negativamente più di tanto alcune fasulle capacità amministrative che ormai da tempo lo deturpano. Di fatto, però, non potremo continuare ad essere, in Terni, vittime dei tanti fumi cancerogeni, specialmente al centro cittadino dove le varie, mortifere e costanti esalazioni delle fabbriche si uniscono a quelle di scarico, ancor più micidiali, dell’ingombrante numero di auto smodatamente ammassate, anche e soprattutto in area pedonale, che imperversano, fanno impazzire il traffico ed uccidono spietatamente.

Trovate pure voi i responsabili di tanto male.

Puro, il nostro cuore, come la cristallinità delle sue tante acque che arricchiscono fiumi, laghi, cascate, fonti, rivoli, ruscelli. Terre, le nostre, che costituiscono una rarità a livello mondiale. Infatti, soltanto il 5% di tutte le terre emerse del globo è costituito da rocce e terreni calcarei come i nostri. Il restante 95% è costituito da rocce ignee provenienti dal mantello subcrostale fluido che genera, in nostra prossimità, a destra del Tevere, un paesaggio molto diverso. Si tratta delle terre di Orvieto, Perugia, Orte, Viterbo, cioè della Septima Regio (Etruria). Anche l’acqua, il più straordinario elemento naturale, trae le sue caratteristiche da tutte queste rocce. Acque minerali ed humus assicurano così la più alta concentrazione di sali minerali al mondo, con quel che, ovviamente, ne consegue per la bontà dei prodotti tipici.

Questa ricchezza di acque è all’origine della storia di Terni, del territorio circostante e di tutte le attività umane che nel tempo si sono sviluppate. L’oro blu è attualmente una risorsa importantissima, addirittura fondamentale tra pochissimi anni, in ragione della continua desertificazione di molte terre, anche europee.

Che dire, poi, degli splendidi colori naturali, della mitissima temperatura dell’ambiente e del cielo sereno per grandissima parte dell’anno?

È Eden, il nostro. È anche oasi di pace e museo a cielo aperto. Trovi ovunque necropoli, templi, eremi, città sotterranee, monasteri, abbazie, conventi, castelli, torri, muraglie, cattedrali e fortezze feudali, un patrimonio artistico presente in una miriade di chiese abbazie palazzi: un enorme museo diffuso, un giacimento culturale immenso. Ovunque segni, materiali e immateriali, di sacralità e di misura umana. Gli elementi naturali che esaltano il nostro territorio sono la terra, l’acqua, l’aria.

Si deve aggiungere (e questo vale per un’unica terra al mondo, la nostra) la quintessenza o etere[1] (quel luogo divino che ruota sempre perché fatto girare dal primum movens o causa prima). Questa smisurata sacralità è stata consegnata in gran parte ai valneriniani appartenenti alla sexta regio, da uomini e donne che hanno davvero rappresentato il sacro e l’umano (monaci, santi, eremiti, contadini, artigiani…), mentre il quarto elemento, il fuoco, è stato immesso, per meglio forgiare l’acciaio, solo recentemente e unicamente a Terni. Cuore pulsante, dunque. L’umanità dei suoi abitanti e la purezza dei luoghi ne fanno la terra che ha donato al mondo il maggior numero di santi, i quali, a loro volta, hanno ancor più fecondato e fatto germogliare lo spirito buono degli abitanti. La nostra terra, quella che l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto cristallizzò come VI Regio Umbria (a est del Tevere, fino al mare di Pisaurum) è oggi la prima emittente al mondo di messaggi di pace indirizzati all’intera umanità. È il luogo dei santi e delle sacralità. Ai messaggi di pace che si inviano da qui si aggiungono, finalmente, quelli del Valentino di Terni capitale dei Diritti Umani[2]. Terni si accompagna così con Assisi, Orvieto, Cascia, Norcia.

L’immagine unica e vincente della nostra città è data, soprattutto, da due valentissimi uomini: Valentino e Virgilio.

Non dovremo più, però, a meno che non si voglia ancora delegare ad alcuni semianalfabeti:

– misconoscere o disconoscere tanto Valentino quanto Virgilio;

– rappresentare Terni come città isolata, staccata da tutto il suo contesto naturale, storico, ambientale;

– adombrare Terni ancora come la company town dei tempi in cui il peso dell’industria pesante siderurgica era predominante.
Si dovrà, invece:

– cercare di far conoscere Terni non solo come città dell’amore, elemento certamente piacevole, ma fantasioso e legato univocamente a leggende anglosassoni che non hanno mai offerto, a Terni, un benché minimo e dignitoso risultato culturale, sociale, turistico, ma che, soprattutto, sono estremamente riduttive rispetto alla grandezza ed alla vera vita del nostro patrono;

– delineare Terni come città poliedrica polivalente, dinamica, piena di risorse, non solo materiali, quali cultura, servizi, turismo, eventi, università;

– coordinare, essendone Terni  centro propulsore, vari eventi nella nostra Valnerina, quali:

– l’UNIVAL, o Università delle Terre del Nera, per dar vita, proprio qui, ad un ateneo, tutto valneriniano, specializzato nella formazione di professionisti addetti alla promozione delle aree interne;

– la Guida del Cammino con Valentino e, quindi, di tutta la Valnerina: un percorso, limpido, prezioso, che unirà ancor più le nostre terre e i nostri Borghi e che collegherà Terni con Spoleto e Norcia e con la Valle Santa Reatina (Valentino, Benedetto, Francesco);

– le Mostre Valnerina Illustre, le esposizioni cioè delle grandi qualità di Virgilio Alterocca, con corredo delle sue stupende cartoline illustrate.

Anche con tali progetti, il più grande insediamento umano sul fiume Nera, Terni, inizia, finalmente, ad indossare le vesti sue più proprie, quelle di Centro culturale direzionale del territorio contiguo. In altri termini: Terni non solo è il più grande insediamento sulla Valnerina, ma È VALNERINA:
Nahar nos genuit!

Il nuovo modello di sviluppo riguarderà il tema della sostenibilità. Ne scriviamo nella rubrica Sursum mentem-Pensare per Terni. Se ne interesserà il nostro nuovo libro, che presenterà la Terni futura. Libro che regaleremo a tutta la cittadinanza, intra ed extra moenia. Cognitio nos ducit.

Saper realizzare una riconversione dell’industria verso una produzione a più basso impatto ambientale, sentire il peso della responsabilità ambientale e cercarne la sostenibilità, impegnarsi per abbattere tutte le emissioni di gas nocivi, non solo quelli serra, saper gestire le acque meteoriche, provvedere alla integrazione territoriale, di questo è di molto più cercheremo di avere cognizione e di offrire soluzione.
La Thyssen Krupp realizzò già, ad Essen, la sua città di origine, il cablaggio totale con la fibra ottica per farne una smart city. Speriamo allora, e lo auguriamo vivamente e fermissimamente, che la nuova proprietà dell’AST, che si è presentata piacendo molto a tutti, possa e sappia realizzare quanto già adombrato nelle dichiarazioni ufficiali: concorrere per fare di Terni una città moderna, compatibile con l’ambiente sano e sostenibile.

La digitalizzazione globale in cui vivremo costituirà un requisito fondamentale dello sviluppo. La banda larga (non le amenità escogitate da qualche mente ballerina), per il futuro di una città, sarà essenziale al pari dell’acqua o dell’energia. Non conterà più la dimensione geografica di uno Stato, ma il suo livello di connessione. Come è avvenuto per la corrente elettrica, per il telefono, per la televisione, presto l’intero pianeta sarà completamente connesso. Saremo tutti cittadini sempre più interattivi e i nostri comportamenti tenderanno a modificare costantemente le città in cui viviamo, anche nell’ambito di una interazione crescente (per le pochissime terre al mondo, come la nostra, che potranno permetterselo) tra città e campagna. Sarebbe bello, certamente, connotarci anche solo come città dell’energia pulita e rinnovabile, caratterizzazione questa che deve essere la stessa per tutte le città, se vogliono sopravvivere. Ma Terni ha una sua unicità ed è su questa che occorre puntare. Terni è, per nascita, per tradizione e per collocazione geografica la città della solidarietà, dell’accoglienza, in breve dei Diritti Umani. Questa è la sua quintessenza, la matrice di sempre, la sua attuale e futura misura.

[1] Considerando il corpo primo come un’altra sostanza oltre a terra, acqua, aria e fuoco, i greci chiamarono il luogo eccelso etere [aiqhr] e gli diedero questo nome perché esso sempre scorre [aei qein] nell’eternità del tempo. Aristotele, De coelo.

[2] In merito ai diritti umani, si leggano, prego, i libri: Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani; I Diritti Umani nascono a Terni per opera di San Valentino; La Terra Promossa. Tali diritti hanno cominciato a germogliare proprio in Terni, per opera del Vescovo Valentino, nel IV secolo dC. Sarebbe opportuno si leggesse anche quanto chiaramente oggi attestato dalla Enciclopedia TRECCANI. (https://www. treccani.it/enciclopedia/santo-valentino_Dizionario-Biografico).

Giampiero Raspetti

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