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Menopausa e ATROFIA VULVO VAGINALE

La menopausa, pur essendo un evento fisiologico, può comportare numerosi disturbi, alcuni dei quali molto noti, come le vampate, altri meno conosciuti e curati, come l’atrofia vulvo-vaginale. Seppur poco conosciuta l’atrofia vulvo vaginale è un problema molto diffuso, che colpisce in Italia una donna su due dopo la menopausa.

Cos’è l’atrofia vulvo-vaginale?
Qual è il sintomo principale che la contraddistingue?
È una condizione patologica femminile che riguarda circa una donna su due in post menopausa e i cui sintomi principali sono secchezza vaginale e dolore durante i rapporti sessuali. È ancora poco conosciuta e sotto diagnosticata: il 63% delle donne non sa che è una condizione cronica ed oltre il 50% dei medici non ne parla con la paziente.
Incide sulla vita di coppia: dopo il calo del desiderio è uno dei problemi più sentiti della sessualità in menopausa.
Il 67% delle donne con atrofia vulvo-vaginale (AVV) evita l’intimità con il partner.
L’ AVV porta ad una importante riduzione della lubrificazione vaginale e può associarsi anche a lievi perdite ematiche nonché condurre a infezioni. A causa dall’incremento dell’alcalinità vaginale (aumento del pH), spesso i sintomi dell’AVV vengono scambiati per infezioni.
Al di là della semplice valutazione clinica della paziente oggi esiste uno strumento di misurazione più obiettivo: il Vaginal Health Indexche che, attraverso l’analisi di 5 parametri (elasticità vaginale, secrezioni vaginali, ph, mucosa epiteliale, umidità della vagina), consente di arrivare ad un punteggio finale che definisce la presenza e il livello di AVV.

Ma come si tratta l’AVV?
Di sicura efficacia è il trattamento ormonale sostitutivo per via sistemica o la terapia estrogenica vaginale locale, da preferire quando quella sistemica non sia necessaria per altre ragioni. Purtroppo non tutte le donne presentano caratteristiche adatte a tale tipo di terapia e, a volte, poiché i rischi superano i benefici, c’è necessità di ricorrere ad altro. A questi trattamenti si affiancano, quindi, i lubrificanti non ormonali.
Esistono, inoltre, soluzioni terapeutiche alternative come l’acido ialuronico (vaginale o assunto per bocca sotto forma di integratore alimentare) e il laser vaginale, che consente una rigenerazione della mucosa vaginale. Inoltre abbiamo a disposizione anche un nuovo farmaco da assumere per bocca, l’ospemifene, che rappresenta il primo trattamento orale non estrogenico che ha il potenziale per diventare la prima alternativa agli estrogeni locali.

DR.SSA GIUSI PORCARO
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia
USL UMBRIA 2 – Consultorio Familiare di Orvieto
CENTRO ANTEO – Via Radice 19 – Terni (0744- 300789)

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