Meglio visionario che beota

Terni-rosso-verde

La natura divina ci ha dato
la campagna, l’arte umana ha costruito le città.
Marco Terenzio Varrone

Cyril Connolly, critico letterario inglese del secolo scorso, nella sua raccolta di citazioni e aforismi, La tomba inquieta, afferma che nessuna città dovrebbe avere estensione tale da non poter essere attraversata in una sola giornata. Amante della classicità della Grecia e della Roma antiche, la onora pubblicando questa sua opera con lo pseudonimo Palinurus ed offre amplificazione, di fatto, a quanto Aristotele afferma nella sua magistrale Politica, cioè che la misura ideale di una polis (città stato) debba essere tale da far sì che un grido emesso da un suo punto perimetrale sia udito anche in un punto perimetrale opposto: Chi l’araldo se non ha la voce di Stentore? (Libro 7, 4). Lo spazio democratico era dunque, per lo stagirita, quello per cui qualsiasi discussione potesse avvenire alla presenza e con la partecipazione di ogni cittadino (polìtes, cives in latino). In quella città greca, però, non esistevano mezzi di trasporto meccanici, tantomeno a pedali, mentre adesso proprio con questi occorre fare i conti per ridisegnare una supposta città ideale. Mancavano allora anche i mezzi di comunicazione moderni, altro elemento da prendere in seria considerazione quando ci accingiamo ad ipotizzare il futuro di Terni. Ci sono oggi delle strutture (motori remoti, si chiamano) che trasferiscono nelle abitazioni private non solo dibattiti pubblici, ma anche grida, parole, pensieri di chiunque, da qualsiasi parte del mondo siano emessi.

Due secoli fa, J.L. Auguste Commerson, nel suo libro di aforismi umoristici Pensées d’un emballeur… in cui imballa pregevoli aforismi in risposta alle Massime di un altro eccelso aforista, François de La Rochefoucauld, principe di Marsillac, vissuto due secoli prima, ci regala questa pungente frase: Le città dovrebbero essere costruite in campagna; l’aria lì è più salubre. In realtà lo stesso rapporto città-campagna era già stato sollevato dallo stesso Aristotele, per il quale il numero dei cittadini dovrebbe essere proporzionato alla possibilità di sostentamento offerta dal territorio agricolo circostante. Oggi, però, il nutrimento non viene, in genere, solo dai campi cosiddetti a chilometro zero, ma da tutte le parti del mondo, in risposta al fatto di cui occorre avere massima considerazione: non è più il cliente che si reca presso il negozio, ma è il negoziante che bussa alla porta del cliente. I servizi per la città e la città stessa si arricchiscono. Si parla oggi non solo di città smart, con riferimento alle prestazioni intelligenti offerte dalle nuove tecnologie e dai motori remoti, ma anche di città diffusa, intendendo, con questo, l’ampliamento della città, e delle strutture stesse che la identificano, in quella che una volta era la sua corte (greco chortos, da cui il latino hortus, orto). Il cortile più bello al mondo che si conosca è proprio quello della Corona Ternana, con le sue splendide punte: Terni Cesi, Terni Marmore, Terni Piediluco et altera mirabilia.

Aristotele afferma (Libro 1, 2) che la polis, formata sì per rendere possibile la vita, in realtà esiste per render possibile una vita felice. Confesso che, particolarmente in questi momenti, anche io vorrei conoscere una città che ogni giorno s’empie di sole, quella che era nel cuore di Giuseppe Ungaretti (Il silenzio), e confido che tutti noi la potremo vivere, ispirandoci anche alle parole di un altro aforista, l’americano Herb Caen, vissuto nel secolo scorso: Una città non si misura da lunghezza e larghezza, ma dall’ampiezza della sua visione e dall’altezza dei suoi sogni. Si cominci, prego, a sognare, io addirittura da visionario (il che è sempre meglio di essere un citrullo) e, come sognatore idealista, presento, mediante progetti miei e dei redattori de La Pagina, quanto è nelle mie corde morali ed intellettive: una città stupenda, perché Terni nella sua storia e nelle sue vene è percorsa da una linfa meravigliosa, identificabile nella Città di San Valentino e dei Diritti Umani, diritti fatti miracolosamente fiorire, per il mondo intero, proprio dal nostro Patrono. A lui Terni, futura città smart e diffusa, saprà dedicare anche tutto il suo centro storico splendente di fiori, di alberi, di prati, di campagna, di rose. Una nuova, prospera città, a misura d’uomo e rifondata per una vita felice.

Giampiero Raspetti

Una città non vale più di un giardino di rose.
José Santos Chocano

 

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