L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL DIRITTO INTERNAZIONALE: LE PRONUNCE GIUDIZIARIE

Le Corti Internazionali sono organi giurisdizionali creati per risolvere in maniera formale le controversie tra Stati, Organizzazioni Internazionali o individui, nei casi previsti e in applicazione di norme e principi stabiliti dai Trattati. Queste istituzioni giudiziarie, quindi, dovrebbero contribuire alla pacifica stabilità dell’ordine mondiale.
La sopramenzionata definizione scolastica purtroppo non trova riscontro nella realtà.

Nonostante le attività di queste istituzioni, dalle numerose tensioni geopolitiche, dai pericolosi conflitti regionali, dalla recrudescenza di attacchi terroristici,dalle tante forme di violenza diffusa si percepisce la sensazione che sia imminente o già in atto una terza
guerra mondiale.

Questa attuale situazione equivale a decretare il fallimento degli organismi transnazionali che hanno attribuzioni preordinate a garantire l’assenza di conflitti bellici. Nonostante questa constatazione negativa, si registra attualmente un aumento dei ricorsi alla Corte Internazionale di Giustizia per questioni riguardanti i diritti dell’uomo considerati su scala globale. La crescente tendenza degli Stati a rivolgersi agli organismi giudiziarie internazionali, oltre ad essere il segnale di una ritrovata autorevolezza di questi consessi, indica un cambiamento significativo, che evidenzia che la sensibilità dei governi per le violazioni dei diritti dell’uomo non si limita ai fatti commessi sul proprio territorio, ma si estende anche oltre i confini nazionali, includendo violenze di massa e derive di conflitti armati.

L’efficacia e il rispetto delle decisioni possono essere compromessi dall’inerzia o dalla mancata cooperazione degli Stati, non sempre disponibili quando le situazioni geopolitiche interessate dal procedimento sono delicate, complesse e molto conflittuali. Può inoltre avvenire che, sebbene in via d’urgenza siano disposte misure cautelari, continuino le violenze in assenza di una volontà politica conforme ai dispositivi. Nonostante questi limiti nell’attuazione delle decisioni, il ruolo delle Corti Internazionali rimane importante perché, se nel corso di un procedimento si evidenziano gravi violazioni dei diritti dell’uomo, queste, soprattutto a lungo termine, possono causare reazioni o esercitare pressioni negli orientamenti della comunità internazionale, che può attivarsi per indurre mutamenti nella condotta degli Stati responsabili delle violenze. Ugualmente preziosa è la capacità degli organi giudiziari internazionali di fornire un inquadramento giuridico delle fattispecie concrete, perché questo dato può arricchire il dibattito mediatico globale, offrendo un’analisi approfondita e alternativa ai discorsi predominanti e all’opinione pubblica, non sufficientemente o correttamente informati.

Un’altra importante criticità che compromette l’effettività dei dispositivi delle sentenze delle Corti è l’interpretazione concreta del Diritto Internazionale, ovvero quel sistema di norme e principi che hanno il fine di regolare i rapporti fra gli Stati con lo scopo di impedire che prevalga sempre chi dispone di maggiore forza militare, strategica o politica.

Il Diritto Internazionale (e le correlate sentenze) risente nell’applicazione pratica di troppe varianti perché possa essere realmente considerato garanzia di pace e di giustizia. Una di queste varianti è il diverso peso politico degli Stati nell’ambito della comunità internazionale. Purtroppo, si riscontra che, se le violazioni sono commesse da uno Stato-grande potenza, l’intervento dell’Onu nell’ambito delle sue attribuzioni spesso è paralizzato dai veti del Consiglio di Sicurezza. In molti altri contesti non è raro che resti impunito il rifiuto di ottemperare ad un obbligo internazionale, anche sancito da una pronuncia giudiziaria, se il dovere di adeguarsi riguarda un attore importante sullo scenario mondiale o che goda di alleanze di rilievo. Ugualmente le vittime di un crimine internazionale spesso non hanno tutela salvo che non lo impongano contingenze politiche. Il carattere acefalo del Diritto Internazionale, ovvero la mancanza di un potere superiore in grado di imporre e far rispettare le correlate decisioni, rischia di trasformare questa branca del Diritto in uno strumento di legittimazione della legge del più forte.

In estrema sintesi, mentre non possono essere ignorate le menzionate criticità della giustizia internazionale, tuttavia la giurisprudenza di queste Corti esercita un’importante funzione nel plasmare il dibattito politico e pubblico, oltre a promuovere azioni concrete per fermare le violazioni dei diritti e per individuare le condizioni necessarie e giuste per la risoluzione di conflitti.

Roberto Rapaccini