LA STRADA È PROPRIETA’ DELLE AUTO?

Definire una zona come a traffico limitato, ovvero ZTL, dà per scontata una cosa: che la strada sia di proprietà delle auto. In realtà la strada è di tutti e le auto in circolazione, ma anche parcheggiate, limitano il passaggio di tutti gli altri utenti. È, per così dire, un  paradigma, non nel senso di modo di coniugazione dei verbi, ma un archetipo filosofico, un’idea talmente innata da non doverla neanche dichiararla.

In città come Terni, ma molte città a nostre vicine non sono senz’altro meglio, la strada è delle auto, e quel che resta è degli altri.
Ed anche se l’auto fosse a batteria, come potrebbe (ma non ci credo tanto) accadere nel caso di cosiddetta transizione ecologica, la situazione non cambierebbe certo.

Si è tentato di fare alcuni parcheggi sotterranei, che gradatamente nel corso degli anni, sono sempre più utilizzati, anche se ci vuole tempo e fatica per l’utente ad impratichirsi. Nessuno ama andare sottoterra, per quanto sia di pochi metri e per poco tempo. Il parcheggio sotterraneo è una soluzione preferibile, perché non sottrae spazio in superficie.

In altri casi, com’è accaduto qui a largo Manni, l’area dedicata è stata realizzata in superficie (e mi permetto di dire che sarebbe stato, secondo me, bello che si fosse nello stesso tempo ricostruita la chiesa di Sant’Andrea, che rimane sotto forma di rudere, ovviamente separando con una cesura architettonica la parte originale da quella aggiunta
a completamento).

Meno sostenibile senz’altro, il parcheggio in superficie, anche se è lodevole il tentativo di tenere in ogni modo le auto fuori dal centro storico.
Si sono regalate le strade alle auto, che invadono ogni spazio, perfino gli scivoli per i disabili, e si sono fatte piccole concessioni, come le piste ciclabili, che ancora non formano una rete, sicché si fa fatica a circolare in bicicletta.

Alcune delle piste sono state realizzate sul marciapiede, come a via Oberdan, dove ad un certo punto viene interrotta dai tavolini di un bar, che parte di quella stessa area condividono, sicché il ciclista deve scendere in strada, anche col rischio di qualche sportellata (non tutti purtroppo controllano scendendo dall’auto che non stia sopraggiungendo una bici).

A questo proposito, sarebbe utile che si stabilisse, come si fa in altri contesti, che sulle strade a senso unico, alle biciclette fosse consentito di andare in senso opposto al traffico. È meno pericoloso trovarsi le auto di fronte, e consente di prevenire le tante manovre azzardate che chi guida compie.

Naturalmente anche il ciclista dev’essere prudente, ma il “sens unique sauf vélo” (senso unico salvo per le bici) in città come Parigi o Bruxelles è un’istituzione e si è constatato che permette di evitare molti incidenti (e litigate). Penso alle strade dietro via Battisti, dove si potrebbe pensare di istituire la ciclabile in senso opposto eliminando una fila di parcheggi, o anche, in sott’ordine, su parte di certi marciapiedi. Sono proposte, e questa è la mia.

Carlo Santulli

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