La morte dell’EROS

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La sessualità è una straordinaria fonte d’energia al servizio della vita; anzi, secondo la Psicoanalisi, la fonte di energia vitale, tutte le altre derivando, in forma più o meno sublimata o distorta, da essa. Si può certamente discutere sul fatto che quanto di sublime Mozart o Leonardo abbiano dato all’umanità siano sostituti del coito, ma -anche a non voler arrivare a tali estremi- non v’è alcun dubbio che la sessualità in genere e l’erotismo in particolare siano forze propulsive della vita non solo fisiologica (questo è ovvio), ma anche spirituale: si pensi a tutta la letteratura e la poesia amorose.

Ebbene, la nostra epoca è probabilmente quella, in tutta la storia della civiltà occidentale, più autenticamente nemica dell’Eros. Né la Chiesa cattolica dei vecchi tempi, né la rigida morale ebraica che la precedette, né i tentativi dei moralisti castratori di tutti i tipi che si sono succeduti, in occidente, gli uni dopo gli altri, a cercare di imbrigliare, quando non sopprimere, l’innata, gioiosa vitalità erotica degli umani, sono mai riusciti neppure lontanamente a fare all’Eros che ci perpetua e rende allegri, il male che l’attuale liberalizzazione sta facendo.
Non lasciamoci fuorviare dalle apparenze: sappiamo tutti benissimo che in Rete si può trovare, spiattellata in tutte le salse, qualsiasi immagine che, in forme ruvidamente esplicite, ci facciano vedere nei più minuti particolari, anatomie, fisiologie, manifestazioni di qualsiasi tipo di sessualità. Qualunque siano i nostri gusti, dai più classici ai più originali (altri direbbe “pervertiti”) in rete troveremo migliaia di immagini e stimoli. Giusto alla pedofilia si cerca di opporre qualche ostacolo, non si sa con quanto successo: la rete è onnipotente, onnisciente e ubiqua.

Molti si preoccupano che una tale invasione di immagini sessuali esplicite possa nuocere ai minori. In qualche caso può essere così, se l’ambiente in cui il minore è posto vive traumaticamente la comunicazione erotica. Ma come psicologo io sono invece convinto che la sessualità, sia pure esplicita, non sia particolarmente pericolosa: si tratta, ancorché intempestive, pur sempre di immagini di vita e i bambini sono, davanti alla vita, spesso assai più aperti che gli adulti. Se proprio dobbiamo pensare alla salute psichica dei nostri figli non credo che dobbiamo preoccuparci, come prima cosa, dell’eros: c’è ben di peggio.
Il pericolo che invece corriamo noi tutti, bimbi, adulti, uomini e donne è quello che corre l’economia quando lo Stato inonda i cittadini di carta moneta: l’inflazione, concetto economico che tuttavia non si limita affatto alla sola economia: esiste l’inflazione dei rimproveri, quella delle raccomandazioni e così via. Ed esiste l’inflazione dell’Eros.
Ebbene, ogni volta che ci troviamo di fronte a qualsiasi fenomeno inflattivo, abbiamo invariabilmente un’unica conseguenza: la perdita di valore della cosa inflazionata, moneta o altro che sia. Perciò l’enorme quantità di materiale erotico reperibile sempre e da chiunque sulla Rete, tende inevitabilmente a deprimere, anziché ad esaltare l’Eros, rendendo inoltre necessari stimoli sempre più forti per causare l’interesse erotico e sessuale.

Il fenomeno non è di immediata constatazione: è lento e progressivo, quindi non facile da percepire; ma non per questo meno reale ed esiziale. Naturalmente poi l’istinto sessuale, che è genetico, tende a resistere. Quella che viene progressivamente a ridursi non è infatti l’attività sessuale in se stessa, la quale semmai dall’abbondanza di stimoli potrebbe essere anche esaltata. Ma è la complessità del rapporto erotico a soffrirne. Peraltro è proprio la complessità a rendere erotica la sessualità che, in se stessa, di erotico può anche non aver nulla: si pensi all’accoppiamento delle galline da un lato e a quello dei gatti dall’altro. Non per nulla Cooper, distingueva tra eiaculazione e orgasmo, considerando erotico solo il secondo.
É infatti proprio la ricchezza dell’attività mentale che accompagna l’accoppiamento, a costituire l’Eros e, con esso, la gioia, il piacere, in una parola, la vitalità di un rapporto che è umano, oltre che sessuale. Un’orchestra sinfonica può dare molto di più che un timpano solista.

La depressione dell’Eros potrebbe non essere l’ultima causa della mancanza di gioia della nostra epoca. Ma attenzione: se la gioia è vita, la sua mancanza è morte, nel senso che la frustrazione dovuta all’inflazione sessuale, togliendo gioia provoca automaticamente rabbia e con la rabbia, violenza. L’eros depresso si fa Thanatos, alla faccia di tutto lo stoltissimo politicamente corretto che alla depressione erotica aggiunge ulteriori guasti. Il sessantottino fate l’amore non la guerra, proprio questo diceva; il tragico è stato non capire che per fare l’amore occorreva lasciare l’Eros all’autonomia individuale, non solo rimuovendo divieti e impedimenti (questo è stato fatto), ma anche non gettandolo in faccia a tutti a pranzo cena e colazione, fino alla sazietà.
O peggio: al voltastomaco.

Vincenzo Policreti

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