LA MAMMOGRAFIA è DANNOSA?

dottoressa fioriti

È meglio non fare la mammografia perché sono solo radiazioni?

L’esame espone ad una quantità di raggi X che, grazie ai progressi tecnologici, è stata ormai drasticamente ridotta. Inoltre, la periodicità consigliata per la mammografia (ogni uno o due anni) è stata stabilita in modo tale che i benefici di una diagnosi precoce sovrastino i possibili rischi legati alle radiazioni.

C’è chi pensa che lo screening mammografico sia inutile perché, a volte, vengono diagnosticate, come pericolose, lesioni che in realtà non lo sono o possono essere comunicate false positività che turbano profondamente la paziente oppure, ancora, perché si utilizzano radiazioni che di per sé possono contribuire a sviluppare un tumore.

Il tumore al seno è il più frequente nella donna (48.000 su 365.500 diagnosi totali, nel 2014) ed è la seconda causa di morte per cancro nella popolazione generale.

Se la mammografia è dannosa, quale l’alternativa proposta? Non fare nulla ed aspettare che il tumore divenga palpabile? No… Si deve cercare il tumore quando è in fase iniziale e non ha ancora provocato molti danni. La mammografia ce lo consente in quanto identifica noduli anche di piccole dimensioni (inferiori a 1 cm).

Se il tumore è piccolo aumentano le possibilità di guarigione e l’intervento chirurgico è meno aggressivo.

Con la diagnosi precoce muoiono meno donne… donne molto più attente alla loro salute e molto più informate rispetto al passato!

Al netto delle controversie sulla percentuale di vite salvate attraverso la diagnosi precoce dei programmi di screening e nonostante il noto rischio di trattamenti “eccessivi” (overdiagnisis, overtreatment) e delle conseguenti semplificazioni anche dei media, pur di far notizia (“contrordine: da “la mammografia sconfiggerà il cancro al seno” a “la mammografia non serve a niente, anzi, è potenzialmente dannosa”), io faccio costantemente la mia mammografia perché sono consapevole che lo screening mammografico non salva da solo la vita della maggioranza delle donne che vi si sottopongono, se svilupperanno un tumore al seno, però ne salva -secondo studi differenti- il 15-20-30%.

Non male, in cambio di un esame di 10 minuti ogni uno o due anni.

Inoltre la diagnosi precoce dà maggiori possibilità di trattamenti meno aggressivi, il che si traduce in miglior qualità di vita.

So perfettamente che c’è la possibilità che venga individuata una lesione che non sarebbe mai evoluta fino a mettere a rischio la mia vita, ma da professionista del settore so anche che non conosciamo ancora con certezza, nemmeno tra le lesioni davvero iniziali (dette anche neoplasie in situ), QUALI non evolveranno davvero e, finché la ricerca non lo chiarirà con certezza, preferisco sapere se compaiono nel mio seno e decidere come trattarle.

Dott.ssa Lorella Fioriti
Specialista in Radiodiagnostica, Ecografia,
Mammografia e Tomosintesi Mammaria

www.lorellafioriti.com

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