Il Santa Maria programma la ripartenza chirurgia al 70%, i progetti per l’ospedale di Narni

AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA DI TERNI

Come far ripartire a pieno regime le attività chirurgiche, abbattendo le difficoltà emerse durante la pandemia e rilanciando le intese sul territorio. L’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni parte da un dato: ad oggi gli interventi chirurgici sono ripresi al 70%. Il dato è emerso dal webinar del 16 aprile scorso intitolato “La chirurgia in tempo di Covid in Umbria: ostacoli da abbattere per riprendere la nostra attività”, organizzato dall’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI), in collaborazione con la Società Italiana Medici Manager. Il convegno, ideato e moderato dal dottor Marsilio Francucci, Coordinatore Regionale ACOI e direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Degenza Breve-Unità di Day Surgery presso l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, nonché direttore della Scuola Speciale ACOI di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery, ha analizzato la capacità di resilienza del Sistema Sanitario Umbro a fronte del forte stress rappresentato dalla pandemia. All’evento hanno preso parte il dottor Pierluigi Marini, presidente Nazionale ACOI, il quale ha auspicato “un piano Marshall per la sanità, per ovviare ai danni prodotti dal Covid”, mentre per la Regione Umbria sono intervenuti il dottor Luigi Rossetti, la dottoressa Paola Casucci e la dottoressa Enrica Ricci. Presenti al webinar anche i direttori di Chirurgia Generale di Città di Castello, il dottor Maurizio Cesari, di Perugia, il dottor Paolo Baccari, di Orvieto, il dottor Massimo Buononato, e di Foligno, il dottor Graziano Ceccarelli.

I numeri – Alcuni dati emersi: in Umbria nel 2020 si è assistito a una riduzione complessiva dei ricoveri del 21.1%, riduzione che sale al 33.8% nei reparti chirurgici. I ricoveri in regime ordinario hanno subìto un decremento del 22%, mentre quelli in regime di Day Surgery del 38.2%. I ricoveri programmati si sono ridotti del 14% e i ricoveri programmati con preospedalizzazione del 37.6 %, mentre quelli in urgenza del 9.5%. La riduzione, pur se in maniera più contenuta, ha interessato anche la chirurgia oncologica ed, in particolare, il 19.2% per la chirurgia della mammella, il 23.6% per il carcinoma della prostata, con il 28.5% per i tumori del retto, il 17.1% per le neoplasie del polmone, il 35.3% per i melanomi e il 28.6% per i tumori della tiroide.

I direttori generali – Di notevole interesse la sessione nella quale i professionisti si sono confrontati con i direttori generali delle quattro aziende sanitarie umbre: il direttore del Santa Maria di Terni, Pasquale Chiarelli, ha condiviso la necessità di “tornare il prima possibile ad operare e per fare ciò bisogna essere agili, procedere alle riconversioni dei posti letto in funzione dell’andamento della pandemia, come dimostra il recente ripristino posti letto no Covid -70 di degenza ordinaria e 15 di terapia intensiva, ndr- che ha permesso una ripresa dell’attività chirurgica di circa il 70%”. Chiarelli ha poi ribadito la necessità di sviluppare un lavoro comune tra Usl Umbria 2 e Azienda Ospedaliera “per creare servizi efficienti e favorire il bene dei pazienti e dei familiari”. A tale proposito ha ipotizzato un “percorso di condivisione tra le direzioni delle due aziende, con l’obiettivo di favorire setting assistenziali appropriati che prevedano la valorizzare del presidio ospedaliero di Narni-Amelia”. Il direttore della Usl Umbria 2 Massimo De Fino ha citato i dati dell’indagine realizzata dall’Agenas, che hanno evidenziato una buona resilienza dell’Umbria facendola risultare tra le prime sette regioni d’Italia. “L’Umbria ha una vocazione chirurgica che è necessario valorizzare favorendo la condivisione di percorsi assistenziali e l’efficientamento delle sale operatorie”. Un elemento fondamentale è l’integrazione: a tale proposito è significativa l’esperienza sviluppata con reciproca soddisfazione tra l’azienda Usl Umbria 2 e il Santa Maria di Terni, con la messa a disposizione dell’ospedale di Narni per la chirurgia a media-bassa complessità, liberando risorse all’interno dell’azienda per valorizzare le eccellenze. Il direttore del Santa Maria della Misericordia, Marcello Giannico, ha affermato che il Covid “ha dato una seria lezione che non dobbiamo dimenticare: innanzitutto ha evidenziato la capacità delle aziende di effettuare adattamenti repentini, esasperando anche le debolezze del sistema sanitario”. In più il direttore ha evidenziato “l’asimmetria tra la formazione universitaria e il fabbisogno reale di professionalità, dimostrato dalla carenza di alcune professionalità, come gli anestesisti”. Gilberto Gentili, direttore della Usl Umbria 1, ha posto l’attenzione sulla necessità di “recuperare il ruolo dei professionisti per lavorare insieme in rete, rivedere i percorsi e differenziare le funzioni degli ospedali. La definizione del nuovo piano sanitario regionale dovrà fornire l’occasione per mettere a sistema le esperienze maturate durante la pandemia”. Al termine del confronto sono state prospettate possibili soluzioni e strategie per la ripresa e tra queste la necessità di destinare una parte delle assunzioni previste nel piano pandemico per potenziare i servizi di terapia intensiva postoperatoria, l’individuazione di score che definiscano nuovi criteri per le priorità di accesso alle cure sulla base delle evidenze scientifiche, la netta separazione dei flussi nell’ambito di una rete di ospedali distinti tra Covid e ospedali Covid Free.

Scuola speciale Acoi – Durante il webinar si è parlato anche della Scuola Speciale ACOI di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery, diretta dal dottor Francucci che, da oltre dieci anni, ha sede presso l’azienda ospedaliera di Terni. Si è parlato della possibilità di realizzare la parte pratica all’ospedale di Narni nel periodo in cui l’attività di medio-bassa complessità non viene svolta a Terni. Il dottor Claudio Nazzaro, coordinatore scientifico, ha ricordato gli obiettivi della Scuola, ossia stimolare l’adozione diffusa degli strumenti della clinical governance, e approfondire le tecniche chirurgiche ed anestesiologiche per le principali patologie trattabili in Day-Week Surgery, con particolare riferimento alla chirurgia delle ernie inguinali, della parete addominale ed alla colonproctologia. Allo stato attuale, la convenzione tra l’azienda ospedaliera di Terni e l’Usl Umbria 2 ha consentito l’avvio di una proficua collaborazione tra le équipe chirurgiche delle due aziende, presupposto fondamentale per consentire la frequenza dei discenti della Scuola in sala operatoria e nel reparto di degenza.

L’ospedale di Narni – Durante la pandemia l’azienda ospedaliera di Terni, essendo Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (DEA) di secondo livello, ha gestito i pazienti Covid, garantito l’attività chirurgica ad elevata complessità (oncologica e non), il trattamento delle patologie tempo dipendenti, gli interventi in regime di emergenza/urgenza e quelli non procrastinabili, per i quali erano richiesti i servizi presenti solo in un DEA di secondo livello. Per questi motivi si è reso necessario sospendere gli interventi di medio/bassa complessità, rimodulare, fino a sospendere l’esecuzione delle attività chirurgiche non urgenti procrastinabili e chiudere temporaneamente l’Unità di Day Surgery, all’interno della quale afferivano tutte le altre Unità Operative chirurgiche. A seguito della convenzione stipulata con la Usl Umbria2 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con l’obiettivo di garantire la qualità dell’assistenza, condividendo percorsi assistenziali, evitando duplicazioni e migliorando la performance organizzativa dei servizi. Per far fronte alle aumentate richieste, l’ospedale di Narni si è impegnato a recuperare risorse strutturali ed umane, saturando tutti gli spazi operatori disponibili ed in tal modo ha consentito di effettuare parte degli interventi di media-bassa complessità non procrastinabil. Il potenziamento della collaborazione tra le due aziende potrebbe portare al trasferimento di gran parte della patologia di medio-bassa complessità all’ospedale di Narni, con la creazione di un centro di formazione a valenza nazionale e contestualmente decongestionare l’ospedale di Terni, che potrebbe dedicare maggiori risorse alla chirurgia ad elevata complessità. Tale soluzione consentirebbe di superare alcune criticità come la mancanza di posti letto o la carenza di slot operatori. Nello stesso tempo permetterebbe di valorizzare tutti i professionisti coinvolti sviluppando competenze specifiche e di assicurare al paziente un trattamento personalizzato (Tailored). L’ospedale di Narni potrebbe essere individuato come polo di eccellenza per alcune patologie di media-bassa complessità, come le ernie inguinali e della parete addominale, con il risultato di migliorare gli outcome, incrementare la qualità percepita con aumento della mobilità attiva regionale ed extraregionale.

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