Considerazioni sulla SICUREZZA della CIRCOLAZIONE

Parliamo di sicurezza della circolazione, della quale qui a Terni avremmo parecchio bisogno, dati i frequenti incidenti: il reato di omicidio stradale è stato introdotto nel 2016, anche se non tutti sembrano essersene accorti, specie nella comunicazione. Leggiamo quindi ancora “auto impazzita”, “strada assassina” e così via, che sono titoli che attengono più alla fantascienza che alla realtà dei fatti.
Ad uccidere è normalmente una condotta di guida non idonea da parte di chi è al volante. 

Oggi la fattispecie di reato dell’omicidio stradale diventa più articolata, perché si è riconosciuto che anche chi parcheggia in modo non autorizzato e pericoloso la propria autovettura e per questo causa un incidente mortale, possa essere accusato di questo reato. E quanto a parcheggi non autorizzati (l’eterna doppia fila di via Battisti, per esempio, e le soste, anche brevi, sulle strisce pedonali ed in prossimità degli incroci), qui a Terni ne sappiamo parecchio purtroppo. 

Le strisce pedonali vanno ben segnalate e poste anche in rilievo, anche con grafica 3D, questo aiuta molto. Detto questo, l’automobilista deve rallentare in prossimità delle strisce e, se in fila (e purtroppo ultimamente questo accade parecchio in alcune zone della città), deve lasciare libere le strisce pedonali, se non ha la possibilità di superarle, perché appunto…è fermo. Solo quando vede sufficiente spazio libero davanti a sé per arrivare oltre le strisce deve muoversi. La prossima volta faccio un disegnino (sto scherzando, ma se necessario non ho problemi a farlo).

Zona30 significa riprogettazione degli spazi, a vantaggio dell’utilizzo non prevalente delle automobili ma condiviso.

Nel frattempo, la questione delle Zone30 si espande, proposte vengono fatte, non soltanto per la già citata via Battisti, ma anche per viale Brin. Zona30 significa riprogettazione degli spazi, a vantaggio dell’utilizzo non prevalente delle automobili, ma condiviso col servizio pubblico, con i servizi di consegna, in modo rigorosamente gestito, come orari e modalità, e con biciclette ed altri mezzi, come i monopattini a motore, e naturalmente dei pedoni. Questo porterà alla possibilità di gestire la strada intesa come insieme di marciapiedi, carreggiata e spazi verdi, con le minime interferenze tra i vari utilizzatori e quindi sperabilmente evitando il più possibile gli incidenti. In tutto questo, si cercherà di spezzare i lunghi rettilinei che invitano a correre con rotonde, deviazioni, chicane, dossi o “cuscini” berlinesi, allargamenti dei marciapiedi, ecc. Nessuno potrà superare i 30 km all’ora.

In realtà, la riduzione della velocità, come dicevo già il mese scorso, è più apparente che reale in ambito cittadino, e non è, per quanto sembri, l’aspetto più eclatante della questione. Questa di per sé sembra una bassa velocità, rispetto a quella di oggi. In realtà, così non è: faccio l’esempio del tratto tra le due rotonde, quella dell’Hyperion (“Benvenuti in California”) di Piazzale dell’Acciaio e la Lancia di Luce di Arnaldo Pomodoro, tratto che è lungo 1.5 km. Per andare a più di 30 all’ora, dovreste percorrerlo in meno di 3 minuti. Ma attenzione, ci sono tre semafori, e un’altra rotonda circa a metà tra le due estreme, ed in ogni caso non potete andare a più di 60 nel primissimo tratto, ed a più di 50 sul resto del percorso. Ed i limiti di velocità si rispettano, naturalmente, spero non abbiate dubbi al proposito.

Hanno peccati solo gli automobilisti? No, certo. Anche noi ciclisti spesso sbagliamo, imbocchiamo i sensi unici in verso opposto (anche se sarebbe forse giusto introdurre anche qui da noi in certe strade il senso unico “salvo bici”, per esempio in certe traverse dell’onnipresente via Battisti). Va detto che i ciclisti fanno così, in quanto è meno pericoloso andare contromano e vedere le auto invece di averle dietro.
E spesso non utilizziamo i fanali anteriore, e peggio posteriore. Capita spesso con i ragazzi, giovani e meno giovani, che fanno consegne, ed è difficile vederli di notte, quando la maggior parte del loro lavoro si svolge. 

Riguardo a Borgo Rivo, ci sarebbe tanto da dire. Di fatto, non è possibile, dall’estremo di via del Rivo raggiungere a piedi la nuova zona commerciale del Tulipano, semplicemente per un angolo cieco di non più di 10 metri. Ho provato personalmente a raggiungere da lì a piedi il JYSK (il simil-IKEA che abbiamo da poco qui a Terni) e sì, si può fare, confidando nella sorte e…di giorno. Ma basterebbe poco a collegare le due zone. A parte che adiacente alla zona commerciale di cui sopra c’è la fermata della metropolitana Terni-Cesi di Ponte Le Cave, che oggi sarebbe tanto utile.
E’ un altro discorso, lo so, ma lo faccio lo stesso. 

Quanto ad omissioni, ce ne sono anche altre da segnalare: anche qui a Terni si stanno diffondendo le rotonde, a volte complesse come quella dedicata a Paolo Pileri (“canna da pesca”), o più semplici, ma ancora in fase di rodaggio, come su via Di Vittorio, o su Piazzale Marinai d’Italia (entrata di Borgo Rivo). Sulle rotonde si avvisa se si esce, o se si cambia di corsia, in caso ci sia quest’opzione. Perché sì, la rotonda non si percorre a zig-zag tra una corsia e un’altra, ma ci si immette su una corsia, e, se la si cambia per svoltare, si avverte con le “frecce”: mettere la freccia non costa, e non si è mai dato il caso di una batteria che si scarichi per averle usate troppo: coraggio dunque, indichiamo le nostre intenzioni il più possibile. Purtroppo, come ho dovuto constatare anche sulla già citata rotonda Pileri, dove peraltro non è stata tracciata la linea di separazione tra due corsie, e faccio un appello perché lo si faccia al più presto, a volte neanche auto insospettabili e di servizio avvisano quando vi si immettono e ne escono, per cui chi aspetta di entrarvi non sa dove voglia andare chi vi circola. 

Spero che queste piccole osservazioni non infastidiscano nessuno, non è questa l’intenzione, ma concorrano all’obiettivo di migliorare la nostra città. Obiettivo sul quale sono sicuro tutti i nostri lettori sono d’accordo.  

Carlo Santulli

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