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Ci vediamo a Settembre… per tornare ad amare Terni

Come ogni anno il magazine La Pagina va in vacanza in Luglio e in Agosto: è l’occasione per un breve consuntivo.

Nato da oltre quindici anni dalla passione e dalla progettualità dell’indefesso Giampiero Raspetti, affiancato in questo dall’Associazione omonima e supportato da un gruppo di collaboratori che, solo per amore di Terni e della cultura, mettono a disposizione le proprie competenze, ha cercato di essere una voce e uno stimolo dei cittadini.

Per questo, come sempre, è stata messa al centro dell’attenzione Terni e il suo territorio cercando di fare cultura, di presentare idee e progetti, di conoscere le nostre radici per scoprire e rivitalizzare l’identità di una città che ha una lunga e importante storia troppo spesso dimenticata o, comunque, non sufficientemente valorizzata.

Spesso ci siamo uniti al coro di chi ha evidenziato problemi, dissonanze, carenze di questa nostra città. Chi ama Terni non può non volere che i giardini e le strade siano puliti, che la manutenzione dei quartieri -a onor del vero in gran parte risanati e resi decorosi nell’aspetto- non sia adeguata e continua, che il decoro urbano non resti al centro dell’attenzione dell’amministrazione.

Abbiamo più volte evidenziato quella che è probabilmente la piaga maggiore della città, cioè la qualità dell’aria: ormai è accertato che Terni è una delle zone più inquinate d’Italia, come conferma lo studio Mal’Aria di Legambiente che la posiziona al 7^ posto.
Chi ama Terni non può continuare a vedere -solo per citare le evidenze più macroscopiche- la Fontana di Piazza Tacito incartata e il Teatro Verdi ancora senza un progetto che lo restituisca ai cittadini. Non ci si può meravigliare se il malcontento serpeggia, se i cittadini sono diventati critici e insofferenti perché stanchi di promesse e di continui rimandi e se l’arte della lamentazione è divenuta una costante di fronte a questi problemi.

Sono diventati però anche propositivi: molti cittadini e un nutrito numero di gruppi e associazioni si esprimono sui social media con articoli o ricerche o foto che parlano di Terni e del territorio, della sua storia e delle sue potenzialità: sono visioni di una città che ambisce a ridiventare bella e che, per questo, suonano come un nocciolo di proposte da sviluppare.

Terni deve cambiare, deve ritrovare la propria identità, come più volte ho detto in precedenti articoli, deve costruire un proprio futuro, diventare di nuovo attrattiva. Per far questo deve ritrovare i suoi legami con il territorio che negli ultimi anni sembra solo aver occupato; deve ritrovare il suo amore per le sue tradizioni, per il suo paesaggio, per le sue acque e la sua corona di monti e di paesini, per la sua storia antica e moderna.

Da parte mia ho cercato di valorizzare il grande patrimonio culturale di Terni mettendone in evidenza le eccellenze storiche, artistiche, archeologiche, urbanistiche e tutti quei monumenti spesso sconosciuti ai più. Per questo, oltre agli articoli dove più volte ho parlato del territorio, ho curato una serie di incontri con gli amici de La Pagina nei quali ho cercato di far conoscere la storia di Terni, le sue trasformazioni e, soprattutto, le chiese i palazzi, le pitture e le eccellenze che la caratterizzano.

Ma la teoria non basta a far conoscere un territorio: per questo siamo andati in giro per la città a conoscere de visu quanto raccontato. Ed è stata una scoperta: la visita al Caos ha fatto ammirare i capolavori pittorici della Pinacoteca e l’interessante documentazione della città preromana e romana del Museo Archeologico. Una rivelazione sono stati gli affreschi che abbelliscono le chiese di San Cristoforo, di San Lorenzo, di San Pietro. Abbiamo visitato il Duomo con la sua suggestiva cripta e i resti della chiesa originaria, gli antichi dipinti e quelli modernissimi che abbelliscono la controfacciata e la Cappella Maria Madre della Chiesa.

Siamo andati alla scoperta di angoli intatti della Terni medievale: una città sconosciuta ove, in mezzo a costruzioni moderne il più delle volte perfettamente integrate con l’antico, abbiamo intravisto resti di torri, archi, sottopassi, piazzette e anche qualche esempio del vecchio “mardarellu”, la scaletta esterna alle case che ha caratterizzato la Terni di una volta, spesso cantata e rimpianta dai poeti dialettali. Abbiamo scoperto portali e finestre incorniciate a bugnato, eccezionali inserti in costruzioni risanate a ricordo di antichi palazzi nobiliari.

Per il prossimo anno ci ripromettiamo di continuare il nostro tour per la città alla scoperta di storie, di curiosità, di eccellenze.
Il rimpianto maggiore è quello di non poter vedere le tante pitture che abbelliscono i palazzi del centro storico: le abbiamo raccontate, ma non è la stessa cosa. Speriamo di poterci attivare per avere qualche permesso e godere di un patrimonio che è notevole qualitativamente e quantitativamente.

In attesa del nuovo anno e dei nuovi progetti, lancio una sfida ai cittadini: concedetevi una pausa nel ritmo affannoso della vita moderna, girate per le strade e alzate gli occhi per vedere i palazzi con i loro portali incorniciati; entrate nelle chiese per scoprire gli affreschi rimasti, osservate la commistione tra passato e presente che caratterizza tanti angoli della città.

Immaginate di essere turisti che non conoscono Terni ed espandete la vostra curiosità. Cercate di capire la città dove vivete e chiedetevi: quando è sorto questo edificio? qual è la sua storia? che cosa raccontano i monumenti? che ci ricordano quelle torri e quelle mura che pure numerose si osservano? come si è trasformata la città nel tempo?
È un modo per riappropriarsi della città dove si vive, per conoscerne l’anima e non essere solo come ospiti disattenti.

Ricordo a questo proposito la frase di Marcel Proust che è divenuta l’incipit dei miei articoli “Alla scoperta di…”: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.

Loretta Santini

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