Che cos’è la gamification?

gamification

Letteralmente traducibile in italiano come “ludicizzazione”

Si tratta di uno dei trend emergenti mondiali. Letteralmente traducibile in italiano come “ludicizzazione” (Wikipedia).

Si riferisce all’utilizzo di elementi mutuati dai giochi e princìpi di gioco in contesti non ludici (in cui tipicamente non verrebbero applicati) per creare motivazione e modificare i comportamenti dei fruitori/utenti.

Fa chiaramente leva su componenti psicologiche: sui fattori che provocano reazioni a livello emotivo e sui bisogni naturali delle persone come ad esempio il bisogno di realizzazione (che si può concretizzare con la conquista dei punti) e del progredire/avanzare (che si può conseguire con la scalata alla classifica), etc.

La “ludicizzazione” opera da amplificatore.
Qualsiasi possa essere il processo di gamification che andiamo a costruire deve avere un obiettivo che non sia il gioco in sé. Come è facile intuire, questa tecnica trova validamente applicazione in diversi settori come ad esempio quello sanitario per migliorare la prevenzione, quello ambientale per sensibilizzare le persone o quello istruttivo per formare e motivare il personale, nel marketing, nella didattica e in molti altri settori. Un esempio interessante di gamification è quello realizzato da Google per la sua nota piattaforma Maps.

Ormai tutti sanno che Google guadagna principalmente dalla vendita di pubblicità, ma per meglio vendere la pubblicità ha bisogno di conoscere i potenziali clienti, quindi le opinioni e le statistiche di migliaia di persone comuni che costituiranno l’obiettivo di una pubblicità mirata. Quindi Google è sempre alla ricerca di contributi e a tale fine ha creato un sistema per coinvolgere più utenti nella sua piattaforma e premiare coloro che si distinguono per qualità e quantità degli apporti testuali o fotografici. In pratica ogni utente può diventare una “guida locale” di Google inviando recensioni, foto e suggerimenti di modifica alle mappe. In cambio l’utente riceve medaglie, punti e, ovviamente, suggerimenti per esperienze di consumo mirate. Più i contributi sono cospicui nei contenuti e precisi, più i punti ricevuti aumentano. Inoltre, c’è un meccanismo di valutazione/validazione da parte degli altri utenti delle recensioni fornite.

Il sistema incoraggia a svolgere compiti specifici in linea con le informazioni di cui Google ha bisogno in quel momento, e i riconoscimenti creano un senso di gratificazione dell’utente all’interno di una vasta comunità internazionale. Inoltre, Google ha stimolato all’incontro le “migliori” guide locali, invitandole personalmente, proprio come avviene in un’azienda, organizzando ambitissimi eventi internazionali, spesando completamente la partecipazione dei selezionati.

Quali sono i principali errori da evitare se si volesse ricorrere alla gamification? Innanzitutto, ridurla al solo aspetto tecnologico, mentre è una vera e propria metodologia. Poi, va creata in modo accurato l’occasione per il coinvolgimento, sia che siano clienti da attirare, sia che siano impiegati da formare e motivare, non si possono prevedere esclusivamente compiti che devono essere svolti per guadagnare i punti, alla lunga il fruitore perderà motivazione. Infine, non è detto che a tutti piacciano i giochi, quindi impiegare tecniche ed elementi della gamification non è sinonimo di successo assicurato: i fruitori potrebbero non apprezzare la modalità con cui contenuti e/o attività vengono veicolate. La gamification è tutt’altro che un gioco da ragazzi.

Alessia Melasecche
alessia.melasecche@libero.it

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