Buone Vacanze!

Valnerina Arrone
Valnerina Arrone

La bella stagione invita a fare qualche gita. Poiché tutti conoscono le eccellenze artistiche e naturalistiche del nostro territorio, voglio suggerire qualcosa di meno conosciuto ma altrettanto bello e proporre qualche itinerario insolito che mi ha emozionato, senza la pretesa di esaurire i luoghi che meriterebbero una visita.
Inizio con il raccontare quell’arte, spesso sottovalutata, presente nelle chiese dei paesi o nelle cappelle di campagna dove gli artisti -perché artisti sono- hanno lasciato un segno della devozione popolare attraverso la narrazione di miracoli e di storie sacre dove il volto della Madonna è quello di una popolana che tiene in braccio teneramente il proprio nato.
Penso all’immagine miracolosa della Madonna scoperta in una grotta, ora inglobata in un edificio religioso che ricorda la casa di Loreto, nota come la chiesa della Madonna del Ponte. Sorge a Narni Scalo, presso il Ponte di Augusto, ricca di ex voto un tempo appesi nella grotta stessa, ora sistemati in bacheche ai lati della cappella. Mi viene in mente la Madonna dello Scoglio a strapiombo su un picco roccioso sopra Castel di Lago, dove gli ex voto raccontano una storia popolare e dove è ancora viva la tradizione delle processioni devozionali (a giugno) accompagnate dai colpi a salve degli sparatori di carabina; o ancora la Madonna della Stella, un eremo rupestre -tra i primi fondati dai benedettini- incastonato nelle rocce della Val di Noce presso Roccatamburo; penso infine all’immagine della Madonna affrescata sulla roccia lungo la strada che da Ferentillo porta a Castellonalto.
Lungo la Valnerina è tutto da vedere: natura incontaminata, panorami superbi, rocche, torri, musei, abbazie (San Pietro in Valle, San Felice e Sant’Eutizio), atmosfere medievali che ho ritrovato ovunque: nei camminamenti di Collestatte alto, o nelle rocche e nelle mura merlate di Ferentillo poste a guardia della stretta gola, o ancora ad Arrone dove sul nucleo antico, spicca la torre detta “dell’ulivo” per quella pianta che caparbiamente continua a vegetare sulla sua cima. Un vero gioiello è Vallo di Nera, un paese-castello, con le case in pietra, le chiese romaniche come Santa Maria dove, tra gli affreschi, spicca la Processione dei Bianchi, con la singolare raffigurazione di maialini locali, i cosiddetti cinturini.
Poiché tutti conoscono la Cascata delle Marmore, vera eccellenza del territorio, consiglio di entrare nel cuore di questa straordinaria bellezza percorrendo i sei sentieri che la svelano nella sua grandiosità; per i più pigri, bastano i brevi sentieri due e tre ma, per una forte emozione, non perderei il Balcone degli Innamorati.
I dintorni di Terni sono da percorre passo passo. Tra i siti archeologici Carsulae rappresenta quello di maggiore grandezza e importanza. A questa visita aggiungerei un itinerario inconsueto, quello che porta a Sant’Erasmo di Cesi: là dove oggi si innalza la chiesa, c’era un tempo la Rocca e, prima ancora una città fortificata preromana -forse l’antica Clusiulum supra Interamna- di cui oggi sono visibili gli imponenti resti delle mura. Dalla spianata del monte chiamato anche Eolo perché ritenuto da Virgilio la sede del dio dei venti (il poeta scrive: “Qui in un vasto antro il re Eolo costringe ai suoi ordini i venti ribelli e le tempeste sonore…”), una vista mozzafiato spazia sulla conca ternana. Con una breve passeggiata si sale fino ai templi di monte Torre Maggiore, i più importanti luoghi di culto dell’Umbria meridionale fin dal VI sec. aC.
A Stroncone stupisce l’aspetto antico del borgo e suscitano curiosità i Corali miniati e l’antica urna elettorale (il Bossolo dei Priori). A Collescipoli sorprende l’elegante barocco della chiesa di Santa Maria che custodisce il rarissimo organo Hermans (1678), strumento che dà il nome al prestigioso Hermans Festival. A San Gemini dove è un piacere girare per le vie del borgo medievale, consiglierei l’abbazia di San Nicolò: uno splendido interno, un magnifico portale d’ingresso, sebbene sia una copia dell’originale custodito a New York al Metropolitan Museum, e una gradevole passeggiata nel giardino ben custodito da cui si può godere di un ampio panorama sulla campagna umbra.
Un percorso emozionante riguarda il narnese. Di fronte a Narni ecco l’abbazia di San Cassiano, incastonata nel verde. Ai suoi piedi ecco le gole di Stifone con le loro acque di un azzurro intenso e con i resti di quello che alcuni studiosi hanno individuato come un cantiere navale di epoca romana. Più avanti scopriamo la chiesa di Santa Pudenziana, gioiello dell’architettura protoromanica, con il piccolo porticato e un interno di incredibile suggestione. Solitaria tra il verde sorge la chiesa di San Martino (XI sec.) da poco recuperata e la chiesa di San Michele Arcangelo con la sua forma oblunga e gli affreschi che la decorano.

Narni sotterranea
Narni sotterranea

Vale la pensa salire fino a Itieli, antico castello costruito a guardia di Narni in posizione amena: sorprende il gusto con cui il centro storico è stato restaurato e i resti delle mura e delle porte. A maggio, in onore di San Nicola, al lume delle torce, si tiene la suggestiva processione delle Intusse di lontana memoria.
Un fascino insolito è nelle città sotterranee: a Orvieto stupisce il vasto complesso di ambienti all’interno della rupe che raccontano una storia millenaria: butti, frantoi, magazzini, cantine, colombari, forni per ceramica. A Narni dove nelle chiese, nei palazzi, nelle strade si respira un’intatta atmosfera medievale che culmina nel periodo della Corsa all’Anello, non si può perdere Narni Sotterranea che, oltre alla chiesa rupestre del XII sec., permette di fare un salto nel passato, quando il Tribunale dell’Inquisizione qui giudicava, incarcerava e torturava. Ad Amelia, conosciuta come la città murata per l’imponente cerchia di mura ciclopiche, con ingresso su piazza Matteotti, possiamo scendere nella grande cisterna composta da dieci ambienti e notevole esempio di idraulica romana.
Il Medioevo con i suoi palazzi, le sue rocche, le sue mura e le torri, lascia la sua inconfondibile e affascinante impronta in ogni parte del territorio: cito solo -l’elenco sarebbe molto lungo- le rocche di Narni, di Polino, di Piediluco, o il fascino di paesi-castello come Collelungo, Sismano, Toscolano dell’amerino.
A Lugnano, insieme alla splendida Collegiata, visitiamo il piccolo ma interessante Antiquarium che accoglie i resti della Villa di Poggio a Gramignano: tra le curiosità una bambolina di epoca romana con arti snodabili e un gruppo di anfore con scheletri di bambini, testimonianza di un’epidemia del V sec. A Penna In Teverina affacciata sulla valle del Tevere, scopriremo i resti dei palazzi nobiliari degli Orsini e, nella periferia due grandi statue dette i Mammalocchi ideate da quel Pirro Logorio che ha adornato villa d’Este a Tivoli e i giardini di Bomarzo.
Un itinerario da non perdere conduce alla necropoli di Fosso San Lorenzo, un complesso di oltre duemila tombe appartenute alla civiltà umbra ed etrusca. La passeggiata è gradevole con cartelloni esplicativi del sito. Chi vuole saperne di più, potrà vedere i reperti della necropoli a Tenaglie che, con il maestoso Palazzo Ancajani, svetta su uno scoglio come un’aquila. Qui consiglio di visitare l’interessante Museo della Civiltà contadina con la fedele ricostruzione degli ambienti di una casa di un tempo: un tuffo nel passato che può solo stupire.
In questa parte del territorio, nel cuore del Parco Fluviale del Tevere, lo sguardo spazia sul lago di Corbara e sulle suggestive Gole del Forello su cui si affacciano tanti paesi come Prodo, Titignano, Civitella del Lago, una terrazza belvedere sul lago stesso, con l’originale Museo dell’Ovo Pinto. Da non perdere, nel folto dei boschi, una passeggiata fino all’eremo della Pasquarella.
Con l’orvietano entriamo nella terra del fuoco: i massi tufacei della rupe di Orvieto, quelli molto più piccoli di Rocca Sberna e rocca Ripesena, l’altopiano dell’Alfina, sono la testimonianza di un ambiente vulcanico di ere lontane. Qui è un succedersi di paesi medievali, di necropoli etrusche (visitabile è la tomba degli Hescana a Porano), di castelli: tra questi -e sono tanti- ricordo Castel de’ Fiori, il più solitario e appartato, ma ricco di storia e suggestione. Soprattutto è un territorio di grande valenza ambientale: per questo non mancate di passare qualche ora al Parco di Villalba e ammirare la stupenda Villa Cahen in stile liberty.
Un’emozione forte l’ho provata a Salci, a confine tra la provincia di Terni e Perugia: la porta d’ingresso fa presagire un luogo fiabesco e lo è tuttora, sebbene gran parte delle strutture siano fatiscenti e un triste cartello annuncia lavori di ristrutturazione con i fondi della Comunità europea che però sono fermi da anni.
Un’altra gita consigliata è quella che conduce, dopo aver attraversato il monte Peglia, a San Venanzo dove si trova il Museo Vulcanologico e un Parco percorribile con una breve passeggiata anche in notturna, lungo le antiche colate laviche.

A Orvieto dove è d’obbligo la visita del Duomo e del Pozzo di San Patrizio, suggerisco l’esperienza straordinaria del Pozzo della Cava, un pozzo scavato nel tufo nel XVI sec. come ampliamento di uno di epoca etrusca. Ad esso si collega un complesso di ambienti di grande rilevanza storica di epoca etrusca e medievale: cantine, tombe, cisterne, muffole, sepolture rupestri. E poi lasciatevi il tempo per vedere la chiesa di San Giovenale (un vero e proprio museo di pittura) e la Città dei morti, straordinaria testimonianza di una necropoli etrusca.
Un’esperienza singolare è quella che ci porta alla Scarzuola presso Montegiove, luogo unico e straordinario, mistico e surreale, che unisce insieme la spiritualità dei luoghi francescani (la scarza era il letto di paglia su cui dormì san Francesco e presso cui sorse il convento che oggi si ammira) e la magia di una città ideale e scenografica (la “città buzziana” perché realizzata da Tommaso Buzzi) dove si incrociano esperienze esoteriche, filosofiche, intimistiche. Il visitatore sarà accompagnato dall’erede del suo ideatore che spiega le allegorie e significati delle costruzioni in un affastellamento di riferimenti letterari, spesso volontariamente provocatori, ma guidando lungo un percorso spirituale e iniziatico che vuole essere un viaggio verso la conoscenza.

Quante cose ho dimenticato! E anche di bellissime!
Ve ne parlerò un’altra volta.
Buone vacanze!

Loretta Santini

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