AMARSI – L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy

7 dicembre 2023 – 7 aprile 2024

Terni, Palazzo Montani Leoni
martedì-mercoledì 15.30-19.30
da giovedì a domenica 9-13 / 15.30-19.30
INGRESSO LIBERO

La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni annuncia una nuova grande mostra, che aprirà al pubblico il prossimo 7 dicembre negli spazi di Palazzo Montani Leoni, nel cuore di Terni (fino al 7 aprile 2024). Dopo il successo riscosso dalla mostra “Dramma e passione.

Da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi”, con oltre 26 mila visitatori, la Fondazione Carit ha scelto di concentrarsi su un tema molto caro alla città di Terni: l’Amore. Concepita come omaggio a San Valentino (III-IV sec.), protettore degli innamorati e patrono di Terni, la rassegna propone un avvincente racconto che raccoglie le iconografie più note e appassionanti dedicate al sentimento che ha maggiormente ispirato gli artisti nel corso dei secoli.

Dall’amore più puro, come quello di una madre per il proprio figlio, all’amore seducente, in cui per secoli Venere e Cupido hanno sedotto e condannato i cuori di uomini e donne, fino alle relazioni più problematiche e ambigue descritte dagli artisti del Novecento, il visitatore potrà immergersi in un percorso ricco di storie ed emozioni.

La mostra “AMARSI. L’Amore nell’Arte da Guercino a Banksy”, a cura di Costantino D’Orazio, con la co-curatela di Anna Ciccarelli e la collaborazione di Federica Zalabra, ha l’obiettivo di indagare l’iconografia del sentimento d’amore nella storia, dall’Antichità fino al XXI secolo, grazie ad una serie di opere che affrontano le principali declinazioni di questo tema, che ha attraversato tutta l’arte in ogni tempo. Dalla mitologia greca e romana, attraverso le icone dell’amore spirituale medioevale, fino al recupero dell’Antico in epoca Rinascimentale, la sua trasformazione nel Barocco e lo sguardo nostalgico nell’Ottocento, l’Amore ha potuto fare affidamento su una serie di immagini e storie che soltanto nel Novecento cominciano ad essere messe in discussione. Nella mostra, questa metamorfosi dello sguardo sarà raccontata in circa 40 opere, tra pittura, scultura e ceramica.
Un nuovo capolavoro nella Collezione d’Arte della Fondazione Carit.

La mostra AMARSI sarà l’occasione per presentare per la prima volta al pubblico l’ultima opera acquisita dalla Fondazione Carit: una delle versioni più raffinate del dipinto “Venere e Adone” della bottega di Tiziano Vecellio.

Nella scena, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, il giovane Adone abbandona la dea Venere che si torce disperata nel tentativo di trattenerlo. Il richiamo della caccia è più forte dell’Amore che dorme placidamente sullo sfondo, sotto un albero. È l’alba, ma il cielo nuvoloso sembra presagire il dramma che tra poco avverrà: Adone verrà ucciso da un cinghiale, dal suo sangue nascerà il fiore dell’anemone.Soggetto replicato più volte dalla bottega di Tiziano, sotto la supervisione del maestro, Venere e Adone arriva a Terni, che entra così a far parte di un circuito che collega la città a New York (Metropolitan Museum), Londra (National Gallery), Los Angeles (Getty Foundation), Washington (National Gallery) e Madrid (Museo del Prado), dove sono conservate alcune delle tele gemelle.

Il genere umano non ha espresso l’Amore sempre nello stesso modo. Le storie d’amore raccontate da Ovidio nelle Metamorfosi per secoli sono state fonte inesauribile di immagini e racconti coinvolgenti, mentre oggi sono considerati miti forse meno adatti a raccontare il nostro modo di esprimere questo sentimento. Il trasporto che spesso suscita il desiderio nel corso del tempo è stato assecondato, represso o controllato, ma in ogni epoca ci sono sempre state opere d’arte in grado di rappresentare questi diversi atteggiamenti. Assieme alla letteratura e, forse in maniera ancora più iconica e pregnante, l’Arte costituisce uno strumento perfetto per conoscere l’antropologia dei sentimenti e capire come sia cambiato il nostro rapporto con essi. L’Amore, senza dubbio, occupa il posto principale in questa vicenda secolare: quello passionale vissuto in gioventù, quello impossibile e scandaloso vissuto tra gli dei e gli uomini, quello tragico e quello eterno, come l’amore di una madre per i propri figli. Dall’Antichità fino al XX secolo è possibile individuare delle icone che, più di altre immagini, sono in grado di esprimere come il sentimento d’amore sia stato avvertito, raccontato e rappresentato.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da De Luca Editore con testi di Stefania Auci, Anna Ciccarelli, Costantino D’Orazio, Angelo Mellone e Federica Zalabra. L’allestimento della mostra è a cura dello Studio Sciveres Guarini.

www.fondazionecarit.it

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