AL CAOS SI INDAGANO LE “DISTANZE EMOZIONALI” CON PIERO MOTTOLA

Nella Project Room Ronchini del polo museale del Caos è in corso la mostra dell’artista e musicista sperimentale, Piero Mottola. L’esposizione si intitola “Distanze emozionali” e mira ad indagare le dinamiche relazionali ed emozionali che si celano dietro al suono.

Mottola, tramite analisi che si basano su dati empirici, dunque sulla conoscenza che deriva direttamente dai sensi o dall’esperienza, ma anche dai dati che l’artista ha raccolto tramite il contatto con i fruitori, ha voluto esporre il concetto di distanza in opere visive, in installazione sonore e in performance. La distanza viene considerata come fattore spaziale relativo alla lunghezza, intesa come misura che separa e congiunge le opere al fruitore, ma anche in relazione alla differente modalità di accesso all’esperienza del suono prevista da ogni opera.

La ricerca di Mottola si articola su tre punti fondamentali: livello visivo, installativo e performativo. Il primo aspetto è rappresentato dalle “Articolazioni cromatiche”, opere che nascono da modelli di misurazione del suono che Mottola ha studiato, creando una continuità tra l’installazione e i quadri a parete. Il secondo livello è rappresentato dalla Mappa a 10 emozioni, ovvero installazioni ambientali che rappresentano dieci flussi sonori che corrispondono ad altrettanti stati emozionali come la paura, la collera, la gioia, sulla base degli studi empirici svolti dall’artista. Il quale studiò anche degli algoritmi che determinano la combinazione dei flussi, comprendendo l’ importanza del fatto che i flussi dovessero essere disposti a raggiera per coinvolgere in toto lo spettatore. Il terzo livello, quello performativo, è restituito attraverso la documentazione video di due concerti, Voices of Lives, eseguito presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma nel 2022 e Voices Argentinas 2023, presentato alla Bienalsur di Buenos Aires nel 2023. Il risultato è un’immersione in un ambiente sinestetico ricco di stimoli visivi e sonori connessi ad altrettanti stati emotivi.

Il curatore della mostra, nonché responsabile scientifico del Caos, Pasquale Fameli, ha spiegato nel dettaglio come questi tre livelli siano in realtà tra loro intrinsecamente intrecciati. La ricerca di Mottola, infatti, è unica, pur trovando declinazioni diverse, tanto che spesso è difficile distinguere nettamente le tre aree, anche a fronte del fatto che l’artista intende coinvolgere lo spettatore a 360° con le sue opere, consentendo di vivere l’esperienza artistica.

Piero Mottola si inserisce perfettamente sulla scia degli artisti del’ 900 in poi, prosegue a spiegare Fameli, che, come lui, hanno lavorato tra il acustico, il visivo, realizzando opere aperte a più livelli. Mottol, dunque, raccoglie questa eredità e questa capacità di indagare la realtà in modo multi-forme, estendendo il concetto di scultura attraverso il suono. Il suono, infatti, è una materia plasmabile, si può manipolarlo come se fosse una materia organica. Tanto da arrivare ad intendere la scultura come materia espansa e dinamica.

Al centro della ricerca Mottola pone sempre la percezione e gli effetti della percezione, misurando l’impatto emotivo e percettivo che provengono da stimoli autistici e visivi e lo fa attraverso un confronto diretto con le persone, mettendo poi insieme i punti comuni e riuscendo a far corrispondere un certo tipo di suono ad un certo stato emotivo.

La mostra si inserisce tra le attività del progetto PRIN 2022 PNRR Art Sound Environment. Towards a New Ecology of Landscape, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU che coinvolge docenti e ricercatori dell’Università di Bologna, dell’Università di Roma Tre e dell’Istituto Superiore di Studi Musicali e Coreutici ‘Gaetano Braga’ di Teramo.

Elena Cecconelli